TS – Santon: “Gioco alla faccia dei medici, grato a Mancini ma non l’ho capito. Su de Boer…”

L’estate di Davide Santon è stata quasi da record, scartato da Sunderland, Napoli e West Ham diventa la quinta pedina di Mancini per ritrovarsi poi titolare con de Boer. A Tuttosport il terzino si racconta, tra un ginocchio ballerino e la speranza di rinascita.

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E’ stata un’estate dura, c’era Mancini che mi considerava la quarta, quinta scelta e avevamo deciso di prendere strade diverse per far sì che non perdessi un anno. Così non è stato, si vede che il mio destino prevedeva che restassi quì. La storia poi la conoscete, è arrivato de Boer e mi ha dato fiducia e ho ricominciato a giocare. Però ce ne ho messo pure del mio, perché non ho mai mollato“.

Cosa non ha funzionato con Mancini, per Santon il pensiero è: “Ha preferito altri giocatori rispetto al sottoscritto, come peraltro lecito, ci mancherebbe. Io di riflesso ho iniziato a guardarmi intorno. Però continuo a non capire perché abbia voluto riprendermi per poi, dopo appena mezza stagione, decidere che non andassi più bene. Il mio ginocchio va chiaramente gestito, non posso certo giocare 5 partite in 15 giorni ma da quì a non passare le visite mediche ce ne passa. Invece è successo, i dottori che mi hanno detto di no possono pensarla come vogliono ma io posso giocare e non ho problemi“.

A de Boer devo tantissimo, quando è arrivato mi ha subito parlato, sapeva la mia estate difficile e che avevo bisogno di allenarmi per tornare al 100%. Mi ha detto che aveva intenzione di schierarmi titolare e così è stato. Per un giocatore è importante sentire la fiducia del suo allenatore e ho maturato la convinzione che se mi fossi allenato per bene avrei potuto giocarmela con tutti“.

Il ricordo di Mancini porta Santon al disastroso derby, ultima apparizione prima di Palermo: “Lì Mancini mi ha mandato al massacro, non giocavo da quattro mesi, mi ha spedito in campo senza che me lo aspettassi quando non ero pronto per giocare né fisicamente né mentalmente. Ciò non toglie che sarò sempre grato a Mancini per avermi riportato all’Inter“.

Con de Boer è diverso: “La mentalità di de Boer è quella che c’è in Premier. Bisogna correre, pressare, riconquistare la palla e poi pensare alla tattica. Se riusciremo a mettere in pratica quanto ci dice arriveranno grandi risultati, con l’abolizione dei pre ritiri si fa come in Inghilterra, se uno è professionista sa quando andare in discoteca“.

Santon è l’ultimo tra gli eroi del Triplete, quando era “Il Bambino” paragonato a Maldini e Facchetti: “Ho sempre cercato di essere me stesso, poi purtroppo ho avuto tanti problemi fisici che mi hanno condizionato, ma non ho mai mollato. Se molli è la fine, come Balotelli, lui sa che per far bene deve far gol, Nizza è il posto perfetto per rialzarsi e ci riuscirà“.

Sono in debito con la Nazionale perché ad ogni convocazione avevo problemi, ho avuto la fortuna di andarci ai tempi di Lippi con Cannavaro capitano, poi l’opportunità di andare in Sudafrica però ero stato appena operato al ginocchio e dopo la riabilitazione non potevo affrontare un Mondiale, così come l’Europeo Under 21 quando uno stiramento mi ha bloccato e ho visto l’Italia arrivare in finale, giocare un Campionato del Mondo sarebbe una rivincita“.

Sul possibile arrivo di Darmian ecco il pensiero di Santon: “Matteo è un bravissimo ragazzo e un giocatore importante, sarebbe un super acquisto“, mentre per l’Europa League il terzino dice: “Abbiamo un problema di mentalità e di attenzione che in Europa non ti viene risparmiato. Neanche il turnover è un problema, ci dobbiamo dare una svegliata perché siamo a zero punti. Dobbiamo essere più organizzati in campo, capire quando pressare, essere più compatti e fare meno errori in fase di costruzione. Con la Roma per esempio abbiamo concesso molte occasioni per passaggi sbagliati, non perché i giallorossi sono più forti“.

Un’analisi da allenatore per Santon: “Tra Inter e Newcastle di allenatori ne ho visti, devo ancora studiare tanto ma di certo i modelli non mi mancano“.

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