MATCH ANALYSIS – Inter-Bologna, l’assetto tattico dei felsinei: Donadoni punta sulle fasce

Gli uomini di Frank De Boer sono chiamati ad un’altra prova convincente per trovare continuità di gioco e di risultati. A San Siro arriva il Bologna di Roberto Donadoni, una squadra in salute e tra le rivelazioni di questo avvio di stagione con i 9 punti conquistati sui 15 a disposizione. Un inizio del genere non accadeva ormai dall’anno 2002-03, quando sulla panchina dei felsinei c’era Francesco Guidolin. In quell’anno la squadra si classificò al 11° posto ed arrivò anche nella finale della Coppa Intertoto.

NUMERI E STATISTICHE – Inter e Bologna sono separati in classifica solamente da un punto: il bottino fin qui conquistato dai felsinei è stato ottenuto tutto tra le mura amiche evidenziando qualche problema nelle due trasferte di Torino e Napoli. Il Bologna, infatti, se in casa ha degli ottimi numeri non li ha sicuramente in trasferta: gli uomini di Donadoni hanno incassato ben 8 reti nei due incontri disputati lontani dal “R.Dall’Ara”e realizzandone solo due. Le sole due note positive sono stati Destro e Dzemaili che si sono rilevati tra i più pericolosi in occasioni da rete. I rossoblù in nessuna delle cinque partite è riuscita ad avere il predominio del possesso palla avendo una media pari a 23’22 . Invece, in termini di tiri, la media è abbastanza alta, con un totale di 50 tiri effettuati e solo 31 di questi indirizzati verso lo specchio.  I gol realizzati dagli uomini di Donadoni, ben il 29%, sono stati effettuati tra il 30′ e il 60′ mentre quasi il 45% dei gol incassati sono stati subiti negli ultimi 15′, minuti in cui l’Inter riesce a far più male.

CURIOSITÀ’ –  E’ Daniele Gastaldello è il giocatore più utilizzato da Roberto Donadoni, l’ex capitano della Sampdoria, infatti, primeggia con i suoi 477′ minuti disputati mentre lo svedese classe 1994, Emil Krafth, è risultato essere tra i più determinati nel recupero dei palloni per la sua squadra. Se da una parte c’è un terzino che recupera palloni, come lo svedese, dall’altra c’è un Adam Masina che, dotato di più in fase di spinta, è più propenso al rischiare e quindi a perdere qualche pallone di troppo. A centrocampo la curiosità ricade Ádám Nagy, utilizzato titolare per ben 4 volte e subentrato dalla panchina nell’unica partita in cui non è stato inserito nell’undici iniziale, l’ungherese risulta essere fin qui l’uomo più sostituito dal tecnico bolognese. L’arrivo dello svizzero Dzemaili in questa ultima sessione di mercato ha portato molta vivacità alla squadra: sia per quanto riguarda la sua foga che lo spingono a commettere qualche fallo di troppo e sia in fase offensiva che ha dato una certa verve  sopratutto nelle conclusioni a rete. Fin qui, le due rivelazioni sono stati il ceco Krejcí e la giovane promessa Simone Verdi. Il primo, è tra i giocatori più importanti nell’assetto tattico del Bologna, è sempre il più servito dai propri compagni oltreché ad essere in testa nella classifica assist di tutto il campionato. Il secondo, invece, sta trovando sempre più continuità sia di gioco e sia di realizzazioni, infatti nelle ultime 6 gare disputate in Serie A ha siglato 5 reti. I numeri di Verdi in questo avvio sono davvero importanti: 3 gol su 8 tiri effettuati, 2 assist e per 7 volte è entrato nell’azioni pericolose create dalla sua squadra.

Krejci

ASSETTO TATTICO, PUNTI DI FORZA E DEBOLEZZA – Mister Donadoni per la sua creatura ha disegnato un consueto 4-3-3 cambiando assetto iniziale solamente nella trasferta di Napoli dove ha schierato un accorto 4-2-3-1. La sua squadra, in questo avvio di stagione, ha sofferto molto sopratutto centralmente: infatti le molte sortite avversarie si sono sviluppate di più per vie centrali che sulle corsie laterali. La difesa, fin qui, sembra essere stato l’anello più debole, con una linea quasi sempre molto alta e non sempre compatta, i due centrali hanno sofferto tantissimo sopratutto i giocatori rapidi. Il tecnico ha alternato assieme a Gastaldello Maietta oppure il possente centrale greco Oikonomou, calciatori che non hanno nelle loro caratteristiche la velocità. I terzini e le mezz’ale hanno dato un apporto importante sopratutto in fase offensiva, sbilanciando non poco la squadra. Donadoni ha alzato moltissimo Masina sulla fascia, i molti cross sono i suoi e quasi tutti indirizzati o per la testa di Mattia Destro oppure per l’altro esterno opposto che si inserisce in area. La spinta offensiva dell’italo-marocchino ha, però, permesso di concedere qualcosa agli avversari sulla sua zona di competenza. La linea di centrocampo è stata fin qui abbastanza compatta, la partenza di Diawara però ha lasciato qualcosa in termini di quantità, un reparto che non sempre è risultato essere altrettanto unito con quello della difesa. Caratteristica tipica dei centrocampisti bolognesi, Dzemaili e Taider in primis, è il tiro dalla distanza oppure l’ immediato recupero del pallone e improvvisa verticalizzazione per i movimenti in profondità dell’ex, scuola Inter, Mattia Destro. L’Inter dovrà lavorare bene sopratutto sulle fasce: Krejicì risulta essere l’uomo fondamentale per questo assetto tattico, non solo per la sua velocità e per le sue caratteristiche da assistman ma anche perché riesce a dare un apporto in fase di non possesso mentre Verdi è un giocatore molto rapido che sa puntare e saltare bene l’avversario oltreché ad inserirsi senza palla.

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