Inter-Juventus, numeri e tattica della sfida: vincerà la strategia o l’atteggiamento?

E’ già tempo di campionato in casa Inter, dopo la clamorosa sconfitta rimediata in Europa League contro gli israeliani dell’Hapoel Beer Sheva, si cercano risposte immediate e l’avversario è quello che ti può dare il definitivo colpo di grazia: la Juventus. In questo spazio andremo ad analizzare le statistiche a confronto e la tattica dei bianconeri, sempre più padroni indiscussi di questo campionato.

I NUMERI DI INTER E JUVE – In queste prime tre giornate di Serie A sono emersi dati davvero interessanti e inaspettati. Nonostante la Juventus sia una squadra che crei molto, sono solo 39 i tiri (21 in porta e 18 fuori) effettuati dagli uomini di Massimiliano Allegri con un’Inter che in questa sorta di classifica, si piazza al 2° posto con 43 tiri totali (19 in porta e 24 fuori). La sterilità del palleggio vista dagli uomini di Frank De Boer in queste primissime giornate, ha emesso, però, un dato assai interessante sui cross: sappiamo bene che il gioco della Juventus si basi molto sulla forza degli esterni, nel suo classico 3-5-2 le corsie laterali hanno un ruolo assai importante ma in questa sorta di classifica sono solo al 3°posto effettuando 28 cross riusciti e 17 cross sbagliati mentre la squadra nerazzurra primeggia con 32 cross azzeccati e 24 sbagliati. Un dato paradossale se consideriamo la qualità opposte di entrambe le squadre sulle fasce. Una Juve che però concede assai poco ai propri avversari, nelle prime tre giornate, infatti, Gianluigi Buffon ha effettuato in totale solo 3 parate (media di 1 a partita) davanti ad un Handanovic che ha dovuto metterci la pezza per ben 9 volte con una media alta pari a 3 parate a partita. In questa fase della stagione l’alibi della condizione fisica è sempre forte, entrambe le squadre stanno pian piano trovando la condizione ideale e in termini di km la Juventus è una delle prime squadre italiane che ne ha percorsi di più, ben 107.867km sui 105.023km dell’Inter.

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LA TATTICA BIANCONERA – Lo schema tattico classico della Juventus è il confermatissimo 3-5-2, in questi ultimi anni Allegri ha saputo trovare continuità nel progetto iniziato da Antonio Conte, perfezionandolo e dando più concretezza alla squadra. E’ l’intensità la vera forza di questa rosa, un atteggiamento inserito sia nel gioco, sia nel palleggio e soprattutto nel modo in cui affrontano le partite. Una squadra che ama far partire il proprio gioco dal basso: iniziano l’azione proprio dal reparto difensivo, con un Bonucci che è sempre più il protagonista e l’artefice del manovra di sviluppo. La linea di difesa è caratterizzata anche da ottimi colpitori di testa e Chiellini e Barzagli molto spesso si imbattono in azioni solitarie, lasciando qualche opportunità per immediati contropiedi. La compattezza delle linee di difesa e centrocampo hanno reso questa squadra sempre più difficile da perforare e il tutto è condito dai compiti che hanno le due punte, soprattutto Dybala, nel lavoro assai inusuale ma prezioso per la propria squadra, andando molto spesso ad aiutare nella fase di recupero del pallone. Il centrocampo visto in questo avvio di stagione è da considerare uno dei pezzi forti di questa squadra: in una linea a 5, trovano facilità sia nell’inserimento, con un Khedira sempre più maestro di questa direttiva tattica e sia nella fase di recupero, con un Lemina che svolge un lavoro poco osservato da tutti ma andando a recuperare una miriade di palloni in mezzo al campo. Non dimentichiamoci della forza esplosiva e della forza qualitativa che hanno gli esterni che, in maniera costante, si alterano sia in fase di spinta e sia in fase di copertura, dialogano con le punte con palloni in profondità e con cross che sono quasi sempre sui piedi o sulla testa degli attaccanti o dei centrocampisti che si inseriscono. La ciliegina sulla torta di questa corazzata è l’attacco, Higuain e Dybala sembrano giocare insieme da anni, si cercano e si trovano, si muovono e danno profondità alla squadra, hanno e trovano sempre la giocata giusta per mettere il proprio compagno di reparto o il centrocampista che entra, in condizione di tiro ottimale. Il loro lavoro non si limita solo a questo perché svolgono costantemente, in fase di non possesso, una pressione decisa sui centrali difensivi per non far iniziare la manovra.

IL CUORE PIU’ DELLA TATTICA – A Frank De Boer l’arduo compito di trovare un assetto che dia copertura in fase difensiva e soprattutto che limita la forza degli esterni, non basterà sicuramente la tattica per vincere questa sfida, ci vorrà intensità, voglia e carattere perché certe partite le puoi vincere anche così.

 

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