EDITORIALE – Piccoli segnali di forza

Chi l’avrebbe mai detto soltanto all’inizio di questa sessione di mercato che l’Inter si sarebbe piazzata all’ottavo posto in Europa per investimenti effettuati? Chi avrebbe scommesso un solo euro sul fatto che in un giorno qualsiasi (e a poche ore di distanza) della lunga estate nerazzurra sarebbero arrivati a Milano due giocatori per il costo totale di circa 70 milioni di euro? Se la nuova proprietà cinese aveva un’occasione per mostrare la propria forza economica e soprattutto l’intenzione di fondare su questo club un progetto ambizioso e a lungo termine era questa e c’è da dire che Zhang & Co hanno davvero colto la palla al balzo.

Zhang

Dopo annate fin troppo deludenti e ricce più di aspettative che di reali risultati, l’Inter si è approcciata anche a questa stagione in un modo non ottimale con appena un punto nelle prime due giornate, ma questo riguarda più un aspetto meramente tecnico che esula da questa riflessione (anzi, a dirla tutta, l’unica pecca della nuova gestione è stata fin qui la tempistica dell’addio di Mancini arrivato con troppo ritardo).

Alla fine dello scorso campionato, soprattutto alla luce della (ennesima) mancata qualificazione in Champions League, la maggior parte dei tifosi era certa: “Venderemo sicuramente alcuni dei nostri big e dovremmo iniziare tutto punto e a capo”. La versione fornita dalla stampa era leggermente diversa: “Vendere per finanziare il mercato in entrata, con un occhio al Fair Play Finanziario”. La materializzazione nel mese di giugno della concreta realtà di Suning ha cambiato totalmente le carte in tavola, ponendo le basi per un mercato da protagonista e incoraggiante in vista del futuro.

joao mario pres

Sono arrivati giocatori importanti, da Banega ad Ansaldi passando per Candreva e soprattutto per gli ultimi due colpi sopracitati ossia quelli di Joao Mario e Gabigol: acquisti chiusi dopo trattative lunghe ed estenuanti per le quali anche i più ottimisti avevano alzato bandiera bianca, soprattutto nell’ottica dei paletti del FFP che però il club ha aggirato sapientemente con precisi accordi con l’UEFA (per esempio sull’impiego in Europa dei colpi più costosi).

Ma il vero segnale di forza lanciato dalla nuova proprietà è stato il seguente: “Nessuno è incedibile, ma non vendiamo per nessuna cifra i nostri migliori giocatori alle nostre rivali italiane”. Ecco dunque spiegato il rifiuto reiterato al Napoli per Icardi (poi accontentato anche sull’adeguamento), il no secco alla Juventus per Brozovic e in ultima battuta anche la strada sbarrata al Milan che aveva provato in extremis a inserirsi per Jovetic, peraltro poi rimasto in nerazzurro. Un veto, quello di non cedere alle concorrenti nostrane i giocatori di prima fascia, che significa molto per tifosi e ambiente.

Per inevitabili ragioni di clausola Roma e Napoli non hanno potuto nulla nei confronti della Juventus, perdendo i rispettivi gioielli (Pjanic e Higuain) che hanno rinforzato ulteriormente la Vecchia Signora. L’Inter ha dimostrato dal canto suo di voler tornare in tempi brevi competitiva al massimo in Italia (e poi chissà in Europa) conservando tutti i suoi pezzi pregiati e anzi rinforzando una rosa che già nello scorso campionato aveva fatto intravedere spiragli di ripresa. Adesso testa solo al campo e ai suoi verdetti con de Boer che dovrà giocarsi al meglio tutte le sue carte.

 

 

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