Tutti i brasiliani dell’Inter: gol, trionfi e lacrime

Gabriel Almeida Barbosa è solo l’ultimo interista di una colonia brasiliana in nerazzurro, il trentatreesimo di una storia che comprende gol e trionfi, sogni e colpi magici.

gabigol

Storicamente, il primo che viene alla mente è Jair da Costa, esterno destro della Grande Inter, in nerazzurro per 10 anni con breve parentesi di un anno alla Roma tra il 67 e il 68. Jair è stato l’eroe della seconda Coppa Campioni quando un suo gol contro il Benfica fece bissare l’Inter nel torneo continentale, un giocatore di classe che ebbe un unico problema, confrontarsi nello stesso ruolo in nazionale con Garrincha, col risultato di un unica apparizione nella Selecao.

Dici Brasile e gli occhi nerazzurri brillano, estate 1997, sbarca Luis Nazario da Lima, per tutti Ronaldo, il più grande attaccante dell’epoca e furono subito scintille, 25 gol nella prima stagione macchiata dal rigore non concesso da Ceccarini contro la Juventus ma anche una Coppa Uefa vinta tra prodezze come contro lo Spartak Mosca o la Lazio in finale.

Un ginocchio ballerino e un carattere che si scontra con Cuper tra le cause di poche magie dopo il 1999 e il divorzio nel 2002, dopo la resurrezione al Mondiale di Corea e Giappone, tra i rimpianti dell’aver visto poche volte insieme un tandem d’attacco con Bobo Vieri, potenzialmente devastante ma fermato dalla sfortuna.

Rimpianti, come quando si pensa a Roberto Carlos, un’unica stagione di un terzino micidiale, un sinistro come la dinamite ma anche una poca propensione alla difesa, vincerà tutto con il Real Madrid e Roy Hodgson avrà per sempre la macchia della sua cessione in carriera, con Adriano e Coutinho che meritano una menzione d’onore sotto la stessa voce di giocatori devastanti ma che nell’Inter sono ricordati per due rimpianti, il primo per aver sprecato con la testa un talento incredibile, il secondo invece lasciato partire troppo presto e ora stellina del Liverpool di Klopp.

Trionfo uguale Triplete, Julio Cesar in porta, Lucio a comandare in difesa, Maicon a fare il treno sulla fascia, Thiago Motta a inventare geometrie al centro del campo, c’è tanto Brasile nel trionfo del 2010, la stessa pagina storica che ora intende ripercorrere Gabigol, vent’anni e talento cristallino e chissà se tra dieci anni sarà ricordato nella categoria brasiliana insieme agli eroi del Triplete o al Fenomeno oppure tra le meteore come Hernanes, Ze Maria, Vampeta, Jonathan, Caio e Felipe Melo.

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