Massimo Moratti è appena uscito di scena definitivamente dagli affari nerazzurri. L’arrivo del Suning lo ha portato a lasciar andare anche il 30% che ancora deteneva, e ora, oltre ad un lavoro di consulenza all’occorrenza, guarda l’Inter da tifoso e parla della sua creatura, ora in mani cinesi. Moratti ha risposto ad alcune domande del Corriere dello Sport.
Che impressione ha dei nuovi proprietari dell’Inter?
“Ottima, sinceramente ottima. Sono persone che hanno faticato per costruire il loro impero. Mi sembra abbiano buona fede e passione autentica. Credo che vogliano davvero investire sulla società e renderla più competitiva. E, seppure io non mi permetta di interferire su scelte che non sono più mie, ho l’impressione che non abbiano finito di rafforzare la squadra”.
A proposito di acquisti, quale è stato il più importante della sua gestione?
“Sicuramente Ronaldo. Perché nessuno se lo aspettava. Fu un grande investimento, da tutti ritenuto impossibile per l’Italia. Ma si rivelò, anche dal punto di vista economico, un affare. E poi fece sognare. E il calcio, come ho cercato di dire, ha bisogno di sogni, sempre. Persino per il suo benessere finanziario. È come ogni espressione artistica. Se non è bella, non ha mercato. È poesia, anche per essere business”.
Mi parla di Balotelli ? Da campione osannato e amato a giocatore disoccupato il passo è stato terribilmente breve.

C’è un giocatore che non è riuscito ad acquistare?
E un giocatore il cui acquisto sia stato più importante di altri?
“Non si stupisca se le dico un giocatore che forse non è considerato tra i fuoriclasse: Samuel. Con lui abbiamo sistemato la difesa. All’inizio cercavamo solo attaccanti, poi ho capito che senza difesa forte non si va da nessuna parte. Poi a me piacciono tutti i giocatori un po’ pazzi. Avrei fatto follie, ai suoi tempi, per George Best e oggi le farei per Dybala, secondo me il talento più forte in circolazione. Un grandissimo”.
Le manca non essere più presidente?