EDITORIALE – Siamo fatti così e ci piace

C’era una volta un principe azzurro che s’innamorò di una principessa, lei lo ricambiò nei sentimenti e vissero tutti felici e contenti.

Semplice no?

Siamo impazziti? Forse.

Immaginate l’Inter nei panni del principe azzurro, il 22 maggio 2010 conquisti la Champions e sei pronta per dominare ancora. No, neanche per sogno.

L’Inter è come una palla da rugby, la calci e provi a prendere il rimbalzo, ma non sai mai in che direzione va e da quel 22 maggio è successo di tutto.

Nell’ordine tra principe azzurro e amore partecipano al lutto e alle cose semplici che odiano i nerazzurri, con tanto di voto finale.

Diego Milito che dice “Resto?Non lo so ho altre offerte”, sono passati si e no dieci minuti dalla vittoria in Champions. TI PERDONIAMO QUALSIASI COSA.

José Mourinho piange, ma torna a sorridere appena la macchina che lo attende lo accompagna nella sede del Real Madrid. PROFETA.

Rafa Benitez arriva alla Pinetina, fa staccare le foto del Triplete, chiederà rinforzi dopo un mondiale per club vinto contro una squadra mai più sentita al mondo e viene cacciato dieci secondi dopo la richiesta. VORREI MA SON GRASSO.

Leonardo, allena l’Inter dopo Benitez, in una settimana perde il derby che avrebbe riaperto il campionato 2011 e si esalta vedendo lo Schalke 04 (mica Real o Barca) vincere 5-2 sul terreno dei campioni in carica. Vince la Coppa e scappa via al Psg. Attualmente non si capisce se è dirigente, allenatore o commentatore. GENIO.

Leonardo

Gian Piero Gasperini, eredita un’Inter con una fortissima difesa a 4, passa a difendere a 3 e dura la bellezza di 5 partite, zero vittorie. INCOMPRESO.

Claudio Ranieri, il Re di Leicester passa dalle parti di Appiano Gentile, prima le vince tutte poi si deprime e le perde tutte. DILLY DING DILLY DONG.

Andrea Stramaccioni, finché è motivato compie dei capolavori (vedi Juventus-Inter 1-3 e Inter-Milan 4-2), pecca di inesperienza e di un carattere un po’ permalosetto. ‘O FENOMENO.

Walter Mazzarri, il più divertente. A detta degli avversari. JOHNNY ENGLISH.

Roberto Mancini, il bis del Mancio è uno dei capitoli da psicoanalisi, torna, vede una nuova proprietà, poi un’altra ancora, litiga, chiede Candreva per mesi e appena lo comprano va via. MASOCHISTA E CORAGGIOSO.

mancini

Frank De Boer, vince 4 campionati in Olanda con l’Ayax mica col Roda, ne perde uno all’ultima giornata pareggiando con una squadra già retrocessa. IN BOCCA AL LUPO.

Menzione d’onore:

  • Erick Thohir, compra l’Inter con la stessa passione di chi fa fantacalcio e ci guadagna con gli scambi, spende 0, anzi presta i soldi e ne ricava una vagonata di milioni in più. Non contento dice pochi giorni fa che Mancini è il fuoriclasse dell’Inter, salvo poi prendere De Boer subito dopo. COERENTE.
  • Zhang Jindong, Fozza Inda, basta questo.

Al mondo Inter, con tutti questi avvenimenti dopo esser stati sul tetto del mondo, è chiara una cosa, per conquistare una principessa non servirà mai una semplice dichiarazione d’amore, serve capovolgere il mondo intero, aggiustare e rompere, esaltare e deprimere, il tutto in pochi secondi. Non dimenticatevi che l’inno recita “Pazza Inter amala” e non vediamo l’ora che sia Suning a cantarlo. Ma l’Inter resta Inter anche se cambiano gli allenatori, se le mogli dei capitani hanno idee malsane e vogliono aumenti su aumenti, resta una squadra che, come insegna Severgnini con gli Interismi, è capace di essere autoironica e capace di tutto, attaccata da chiunque perché non ha ne tv ne giornali di proprietà, non ha neanche uno stadio dove poter sfruttare qualsiasi introito, come capita in una città vicino a Milano, ha però qualcosa che nessun’altra squadra avrà mai, un fascino unico, nero come la notte, azzurro come il cielo e d’oro come le stelle e pazienza se siamo fatti così.

 

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