L’Inter cinese pensa a Fabio Capello per un ruolo manageriale, scrive la Gazzetta dello Sport. Ma inevitabilmente l’ex c.t. di Inghilterra e Russia potrebbe essere il profilo giusto anche per una stagione in panchina se tra una settimana negli Stati Uniti Erick Thohir e Roberto Mancini non troveranno un accordo per proseguire insieme.
Dopo una faticosissima esperienza sulla panchina della Russia, don Fabio ha deciso che avrebbe respinto anche le più ricche tra le offerte che gli fossero giunte da paesi con mentalità e lingue troppo diverse dalle sue. Questo spiega anche il no alla stessa Suning. Troppo faticoso, soprattutto a 70 anni, rimettersi in gioco in una realtà lontana come quella cinese.
A Capello però aveva pensato anche un club di fascia media di un importante campionato straniero per un ruolo manageriale, come supervisore tecnico del club. L’idea non gli era spiaciuta affatto, salvo poi declinare perché le prospettive non erano da vertice. Se però adesso Suning desse l’ok per approfondire la trattativa, difficilmente Capello resterebbe insensibile a un progetto ambizioso come quello dell’Inter targata Suning. Perché se anche davvero in questo primo mercato fosse frenata dai paletti Uefa in chiave fairplay finanziario, la corazzata cinese è pronta a fare pesanti investimenti dalla prossima stagione.
Detto che siamo in una fase embrionale, rimane la suggestione di un matrimonio che in passato è sembrato vicino almeno tre o quattro volte. Nel 1999 Massimo Moratti aveva pensato al tecnico di Pieris, salvo poi virare su Marcello Lippi. Nella primavera del 2005 sempre l’ex patron aveva iniziato a lavorare per portare Capello a Milano dalla Juve, ma lo scandalo di Calciopoli di un anno dopo cancellò l’ipotesi.
Sarebbe difficile ipotizzare una convivenza tra l’ex Real Madrid e Roberto Mancini, essendo i rapporti tra i due non proprio idilliaci. Un problema che comunque potrebbe non porsi se Mancio e Inter si dovessero separare a breve. A quel punto, Capello potrebbe essere il profilo giusto (come Leonardo, del resto) per traghettare dalla panchina l’Inter verso l’era Simeone e poi passare dietro a una scrivania.