CdS – Thohir (1/2): “Sono finiti gli anni di transizione, ora bisogna crescere. Ma il FFP…”

Il presidente Erick Thohir si è fermato a parlare in esclusiva ai microfoni del Corriere dello Sport e ha parlato di tutto, dal mercato a Mancini, dalla società ai nuovi soci cinesi.

La prima domanda non poteva che riguardare un giudizio su quasi tre anni alla guida dell’Inter ed il tycoon ha detto che preferirebbe far parlare i risultati al posto suo. E’ arrivato nel novembre 2013 e naturalmente aveva già trovato allenatore e i calciatori.  Poi dal gennaio successivo ha iniziato ad operare sul mercato con Hernanes e D’Ambrosio, ma anche quegli acquisti erano figli più di un’imminente necessità che di una strategia, servivano solo per arrivare in Europa League, cosa peraltro raggiunta.
La stagione successiva si è ritirato Zanetti ed è stato sostituito l’allenatore e molti giocatori su cui si puntava, non hanno atteso le aspettative, come Vidic e molti altri e anche i dirigenti dovevano imparare molte cose.

Nell’ultima stagione le cose sono andate meglio.
“Siamo molto fieri di quello che abbiamo fatto nel 2015-16. Consideriamo questi ultimi due anni come un periodo di transizione, ma nell’ultimo campionato il numero dei punti conquistati è salito e siamo tornati in Europa League. Non è stata una stagione perfetta perché abbiamo mancato la qualificazione alla Champions a causa dei troppi alti e bassi avuti a gennaio e febbraio, ma il calcio è questo e bisogna accettarlo. Ci riproveremo nel 2016-17, potete starne certi. In questo sport devi lottare sempre, inserire buoni giocatori per competere e rinforzare la squadra. Lo abbiamo fatto la scorsa estate e lo faremo anche nella prossima”.

COMO, ITALY - JULY 03: President Erick Thohir (L) and head coach Roberto Mancini before FC Internazionale training session at the club's training ground at Appiano Gentile on July 3, 2015 in Como, Italy. (Photo by Claudio Villa - Inter/Getty Images)

E quindi ovvia domanda sul mercato, ma Thohir mette in chiaro le cose:
“I problemi però non si risolvono solo comprando. Un anno fa abbiamo messo sotto contratto 11 nuovi calciatori cambiando 8-9 elementi della formazione titolare, ma adesso questa cosa non si ripeterà perché l’undici base ha un suo “cuore” e una sua struttura. Magari ci saranno 2-3 innesti, ma non 7. Tutti nella società, da Roberto Mancini in poi, sanno che per costruire una formazione competitiva servono 2-3 anni. Stiamo facendo un buon lavoro”.

In realtà poi il presidente nerazzurro chiarisce quali sono le possibilità economiche reali dell’Inter.

Arriveranno i campioni chiesti da Mancini?
“Tra essere in Champions League e in Europa League c’è differenza a livello economico.
Attualmente abbiamo un monte ingaggi di circa 80 milioni e credo che rimarrà questo anche nella prossima stagione. Con il Fair Play Finanziario e l’accordo che abbiamo firmato con la Uefa siamo obbligati a rispettare certi parametri. Potremmo scorarli ma succederebbe che se anche arrivassimo secondi in classifica non giocheremmo né la Champions, né l’Europa League e questo noi non lo vogliamo. Sarà necessario sia arrivare a un equilibrio tra acquisti e cessioni, sia realizzare 50 milioni di plusvalenze nel corso del prossimo esercizio. Questo non vuol dire che la prossima estate venderemo tutti, anzi. Non venderemo 6 dei nostri titolari, al massimo 2 o 3, ma non certo Perisic, Icardi o Miranda.  Vogliamo arrivare in Champions League, ma se sarà Europa League non sarà un dramma”.

 

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