L’ex giocatore Martin Bengtsson ha di recente raccontato la sua storia alla stampa inglese. La storia di un giovane promettente (fu paragonato a Rooney) che ha vissuto momenti terribili e vive oggi senza il calcio.
Dopo brevi esperienze nell’Ajax e nel Chelsea, Bengtsson aveva realizzato il sogno di trasferirsi a Milano, sponda Inter. Da qui, però, il tracollo, che lui stesso racconta:
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Dopo essere stato colpito da infortuni e con la sensazione di essere solo in un paese straniero e stretto in un ambiente soffocante, pensai che l’unica via d’uscita era quella di tagliarmi i polsi nel dormitorio dell’accademia del club nel 2004. Ho avuto un obiettivo molto chiaro quando avevo sei o sette anni e che era giocare per il Milan, ma, alla fine, è diventato l’Inter. Mi vedevano come il nuovo Wayne Rooney. <p>">Il Chelsea mi guardava e mi allenavo con l’Ajax. Il mio unico obiettivo era di diventare un calciatore e tutta la mia identità è stata costruita intorno a quello. Era solo calcio». Un crescente senso di insicurezza e un infortunio invalidante hanno fatto sì che lo svedese si sentisse in trappola: «È iniziato con un infortunio al ginocchio, alla fine della prima stagione all’Inter. Durante questo periodo non ho potuto giocare a calcio, ero solo sul divano. <p>">Dopo aver giocato tutte le partite possibili a Pro Evolution e FIFA ci si rende conto non c’è niente altro da fare.
Perché quando si gioca così tanto il calcio diventa l’unico modo per valorizzare noi stessi. È solo calcio, tutto calcio. <p>">Avevo bisogno di qualcuno con cui parlare, e non solo per sentirmi dire ‘impegnarsi di più’ o ‘pensare positivo’ non si tratta solo di quello.