Il buon capitano si rimette la squadra sulle spalle

Dopo settimane di polemiche, di presunte sirene inglesi e spagnole di mercato, dopo giornate senza gloria e dopo articoli, editoriali e speciali sulla presunta crisi tra l’allenatore ed il suo numero 9, il capitani nerazzurro era tenuto a rispondere.
Detto?!? Fatto!
Maurito Icardi ieri sera è salito in cattedra e si è messo la squadra sulle spalle. Perché la squadra doveva tornare alla vittoria, doveva ritrovare fiducia in sé stessa e lui doveva ottenere la nona rete stagionale. Tutto fatto nel migliore dei modi.
Ieri il Killer non ha solo segnato la rete che è valsa il match. Non ha solo tirate 5 volte in porta ed è stato bloccato dalla traversa e da un Seculin in versione Uomo Ragno. Non ha solo fatto un cross e provato molti uno contro uno, ha dato un segnale.
Da buon capitano avrà tuonato che tutti devono remare nella stessa direzione, che la maglia va onorata e che tutti devono lottare e sacrificarsi per lottare al vertice. E così con la fascia gialla al braccio, per primo ha dato l’esempio.
Molti, anzi moltissimi i palloni toccati dall’argentino, molte le sponde, i passaggi e le coperture.
Per (quasi) tutta la partita, Maurito si è reso disponibile a rientrare, a rincorrere l’uomo, a stare anche in difesa se e quando necessario e soprattutto ad aprire spazi per i compagni e cercare il dialogo con le punte, con maggior riguardo per Eder.
L’unica pecca questa volta è la poco lucidità sotto porta, traversa o portiere a parte ma il gran pregio è non aver sentito nulla dopo il rigore calciato sul palo contro i rossoneri.
Il capitano c’è e lo ha dimostrato, ora faccia in modo che tutta la squadra lo segua.
Il Mancio ha detto che può fare 20 gol. Difficile ma non impossibile per il Killer nerazzurro.

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