36 punti in 16 giornate: i nerazzurri eguagliano i numeri dell’Inter di Mou del 2009-10. Ecco analogie e differenze fra le due squadre

L’Inter targata Roberto Mancini sta acquisendo fiducia partita dopo partita e in questo senso ovviamente non possono che risultare decisivi i risultati che i nerazzurri stanno ottenendo in questa prima fetta di stagione. Se i primi punti (quelli delle prime cinque vittorie consecutive) sembravano, a detta di molti, quasi casuali e frutto di poche giocate degne di nota, in realtà le ultime prestazioni iniziano a dare indicazioni importanti. Ultima su tutte il poker rifilato ieri sera in casa dell’Udinese: risultato netto anche se frutto di molti clamorosi errori degli avversari ma che attesta ancora una volta la capacità di subire poco o niente e di segnare quanto basta. Anzi se Icardi e Jovetic iniziassero a segnare con maggiore continuità…

I numeri, si sa, parlano chiaro anche se il valore che bisogna attribuir loro è sempre relativo per evitare di scadere in facili paragoni o di suscitare malumori negli scaramantici. Il dato è questo: l’Inter 2015-16 di queste prime 16 giornate di campionato ha eguagliato lo score dell’Inter di Mourinho della stagione 2009-10 (non una stagione come le altre insomma). I ragazzi di Mancini hanno finora conquistato 11 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte e la squadra allenata dallo Special One aveva portato a casa quel bottino con la stessa distribuzione di risultati.

L’Inter allenata dal portoghese era strutturata su un 4-2-3-1 quasi invariabile e segnava sicuramente di più della squadra manciniana che però si mostra compatta al pari di quella di Mou e subisce meno gol. A fine 2009 l’Inter aveva segnato già 35 reti a questo punto della stagione e ne aveva subite 14 mentre la squadra corrente ha messo a segno 22 marcature (frutto soprattutto della legge degli 1-0) e ne ha subite soltanto 9, a -1 dal record in A dopo 16 giornate rappresentato dagli 8 gol subiti nella stagione 2007-08 quando in panca c’era sempre il Mancio. Partito ad agosto con moduli più abbottonati come il 4-3-1-2 e il 4-3-2-1, adesso anche il tecnico jesino ha virato in maniera decisa sul 4-2-3-1 e sul 4-3-3 e dunque l’atteggiamento offensivo sta portando inevitabilmente ad alzare l’asticella delle segnature anche viste le individualità presenti nella rosa nerazzurra.

Stessa fisicità, stesse verticalizzazioni e stessa cattiveria agonistica: questi sono gli elementi che accomunano le due squadre. Forse Mourinho disponeva di un maggior numero di giocatore affermati o di esperienza navigata (vedi Eto’o, Sneijder, Milito, Cambiasso, Zanetti ma la lista è ben più lunga…) ma anche Mancini ha trovato in uomini come Miranda, Felipe Melo, Guarin e lo stesso Icardi dei punti di riferimento importanti in campo e nello spogliatoio. Ogni grande squadra deve necessariamente fondarsi sul carattere e sul carisma di alcuni uomini cardine che riescono con la loro sicurezza a far rendere al meglio anche i loro compagni di reparto. Esempio più eclatante il rendimento ottimo di Murillo che ha trovato nell’ex Atletico Madrid la guida ideale per esplodere fin dalle prime partite in nerazzurro.

E se a questa già ottima base si aggiunge la corsa di Perisic e Telles, la qualità di Ljajic e Jovetic e giocatori comunque in rampa di lancio come Brozovic e Kondogbia, insomma nel calderone c’è un ottimo materiale su cui continuare a lavorare.

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