GdS – Burdisso: “Curavo mia figlia e la scrittura mi aiutava. Quello che ha fatto Moratti per me è fantastico”

Nicolas Burdisso è sempre stato un duro. Più maturo dei suoi compagni, più razionale e forse anche un po’ fuori dagli schemi.
Come riporta La Gazzetta dello Sport, per descriversi usa il libro e per instradare l’intervista, l’ex difensore nerazzurro usa “Pastorale americana” di Philip Roth.

Il giocatore racconta di come 10 anni fa si sia dovuto fermare per 6 mesi dal calcio per stare dietro alla figlia Angela che era stata colpita da una forma di leucemia. Le stava dietro, cercava di aiutarla ma come ci tiene a precisare Nicolas, l’eroina è stata la piccola bimba nel sopportare tutte quelle cure. Ad aiutarlo in questo periodo sono state la lettura, anche di Roth che parla anche del rapporto padre-figlia e la scrittura. Un’altra figura che ha fatto molto per lui e per Angela è stata quella di Massimo Moratti.
“Non dimenticherò mai quello che ha fatto Moratti per mia figlia”.
Nell’intervista il difensore del Genoa parla a 360° , dei presidenti italiani, di Mancini e dell’Inter passata ed attuale: “C’era un gestione familiare, come quella dei Moratti o dei Sensi o di Preziosi, e quindi con dei limiti. Gli americani a Roma sono molto capaci ma freddi.
La svolta all’Inter c’è stata con l’arrivo di Mancini. Prima c’erano grandissimi giocatori, ma non una leadership come in Juve o Milan: l’ha portata lui. Abbiamo avuto un rapporto ottimo. Abbiamo litigato, ma anche fe- steggiato e ci siamo emozionati. E ora mi sembra ancora più maturo, prima si sentiva ancora calciatore” .
Usa quasi solo parole al miele per i suoi ex colori: “Mentre a Roma sembravano farti un favore quando si allenavano, a Milano ogni giorno era una guerra. Si lottava per il posto in squadra e tutti all’Inter volevano vincere sempre. Giocando così contro i campioni in allenamento si cresce”.

Messi a parte, il più forte con cui ha giocato è?
L’Adriano dell’Inter: era indescrivibile. Si è perso perché era troppo buono.

L’Inter non ha Adriano ma è forte lo stesso, mentre voi siete un po’ in crisi: cosa succede sabato?
Possiamo vincere lo stesso, ed è questo in fondo il bello del calcio, che sa essere bianco o nero. Abbiamo gente in gamba come Izzo, Rincon poi c’è Perotti che mi ricorda Figo, per non parlare di Perin, che è ambizioso e in gamba.

Chi vede meglio tra le big?
L’Inter ha più carattere, la Roma ha più tecnica, ma il Napoli ha tutte e due le cose. La Fiorentina invece credo sia un gradino sotto.

Con Gasperini parlate mai dell’Inter?
Certo. È stato sottovalutato, invece lui è un estremista, un rivoluzionario. Non gli hanno dato supporto.


Burdisso poi chiude l’intervista con una citazione che sa di amarcord: “Facchetti a chi gli chiedeva del suo futuro dopo il calcio, rispondeva: “Vorrei fare l’uomo”. Ecco, mi basterebbe questo”.

Impostazioni privacy