CdS – Ranieri: “Ogni gioco ha la sua bellezza, in Italia siamo maniaci della tattica. L’Inter ha grande equilibrio e a Napoli…”

Claudio Ranieri, sulla panchina del Leicester, sta compiendo un vero e proprio miracolo. La sua squadra si trova in vetta alla Premier League, condividendo la posizione solo con il Manchester City e con alle spalle squadre del calibro dello United e dell’Arsenal. In un’intervista al Corriere dello Sport, a proposito dell’argomento “giocare bene o male”, il tecnico italiano risponde: “Ogni tipo di gioco, ha la sua bellezza”. Questo il pensiero dell’ex tecnico di Inter, Juve e Roma, che poi si è concentrato ad analizzare il calcio giocato nelle varie epoche e nei vari paesi europei.

ITALIA“Noi siamo maniaci della tattica. Anche i tifosi, ormai, sanno tutto del 4-4-2. Siamo molto attenti alla collettività, all’organizzazione e al movimento di tutta la squadra. Ci piace un sacco discutere di moduli, ma quei moduli senza gli interpreti giusti non sarebbero validi. A tutti piacerebbe vedere una squadra offensiva, ma senza equilibrio e se non è bilanciata, perde ogni sua efficacia. Anche lunedì sera ho visto un bel calcio con Napoli – Inter. Nel secondo l’Inter in 10, sembravano fossero in 12 dalla carica agonistica, il carattere, la personalità e quello era un calcio d’intensità, di ritmo, mentre il Napoli nel primo tempo ha fatto da padrona, con un’organizzazione in cui tutti si muovevano”.

SPAGNA – “Il bel calcio in Spagna lo interpretano in un altro modo: per loro è fondamentale il possesso palla, dominare l’avversario, solo così sei padrone del gioco e la gente si diverte. Abbiamo provato a portare uno della loro scuola in Italia, Luis Enrique alla Roma, ma non ha funzionato perché non si può esportare un’idea senza averla coltivata. È un fatto di cultura, tradizioni, ad esempio anche un grande campione come Ibrahimovic ha fatto fatica con Guardiola, pur essendo un fuoriclasse, perché non riusciva ad integrarsi con quell’idea”.

INGHILTERRA “Qui lo spettacolo è lo scontro fisico, il ritmo, l’intensità, la velocità. Viene molto criticato Van Gaal nel Manchester United, perché prova a fare possesso palla. Il City, invece, offre grandissimi giocatori e mostra un altro tipo di calcio, con Pellegrini che ha la filosofia del calcio spagnolo, ma se non vince arrivano voci su Ancelotti e Guardiola“.

SACCHI“Io capisco Sacchi: lui ci ha mostrato come anche in Italia, si potesse giocare un bel calcio, anche non all’italiana. Prima giocavamo con 5 dietro: due marcatori, un terzino che attaccava e uno che pensava più a difendere e il libero. A centrocampo erano in 3 e 2 attaccanti: spesso uno dei centrocampisti faceva da trequartista. Per intenderci, era il Napoli di Maradona. Arrigo cambiò completamente l’impostazione. Dopo di lui, molti allenatori hanno giocato a zona, mettendoci qualcosa di loro. Era impossibile imitare Sacchi: io non sono Sacchi e non posso scimmiottarlo”.

L’INTER DI HERRERA “A me piace il calcio dei grandi giocatori, come quello del Real Madrid, ma anche come quello dell’Inter di Herrera. Era entusiasmante vedere una squadra compatta ripartire in contropiede. Tutti dicevano che facesse il catenaccio, ma non sono per niente d’accordo: giocava con Jair, Peirò, Mazzola, Corso, Suarez, un solo mediano, Bedin, e due marcatori. Era un calcio molto attuale. Se devo scegliere una manovra, scelgo quella a uno o due tocchi, capace di scardinare la difesa avversaria con la giocata del singolo. Mi piace l’organizzazione, ad esempio il Sassuolo contro la Fiorentina: sanno muoversi tutti compatti. Se però devo scegliere la squadra che mi è piaciuta di più, dicono il Milan di Sacchi. Sono convinto che fosse così bella, perché i giocatori seguivano le direttive dell’allenatore, mettendoci anche qualcosa di loro, magari anche ad insaputa di Arrigo”.

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