Editoriale – L’Inter non esce a testa alta

Ieri sera l’amara sentenza: l’Inter va a Napoli ed esce sconfitta dall’incontro del San Paolo. 2-1 deciso da un Higuain mostruoso, che in tre tiri in porta segna due volte e la terza solo grazie ad una plastica parata di Handanovic gli si strozza l’urlo in gola. Non è bastata la prova di forza, d’orgoglio, dei nerazzurri che nella ripresa non hanno meritato la sconfitta e nel recupero hanno preso due pali, nonostante l’inferiorità numerica.

Ma l’Inter non esce a testa alta dal campo, NO. L’Inter, e gli interisti, non ha bisogno di queste frasi post partita per risollevare il morale (più dei tifosi che dei giocatori). Non si esce a testa alta, si accetta la sconfitta, immeritata sotto alcuni punti vista, ma si accetta. L’interista non si presta e non si deve prestare a questi giochi che, invece, sono proprie di altre tifoserie, che per giustificare sconfitte storiche, come finali di Champions, hanno bisogno di questi mezzucci. Non fa parte del suo DNA, si contraddistingue da altre squadre per questo.  Il tifoso nerazzurro sa accettare una sconfitta, DEVE accettarle, anche quando brucia e quella di ieri sera brucia, e tanto. Per un soffio di vento, anzi due, gli uomini di Mancini non hanno acciuffato il pareggio, ma più che per i due pali, l’intera partita ha dimostrato che l’Inter può lottare con squadre più attrezzate per la lotta con il titolo. Testa bassa, onore ai vincitori, e si ritorna a lavorare dai più che buoni aspetti che questa gara ha mostrato.

“Il Napoli ha vinto ma l’Inter non ha perso”: NO. l’Inter ha perso. Ma questo non vuol dire che è tutto da buttare, che la squadra di Mancini è arrivata prima casualmente alla 13esima giornata: NO. L’Inter ieri sera ha dimostrato di non essere quella squadretta che gioca partitelle come l’opinione pubblica e alcuni addetti ai lavori volevano far passare in queste settimane. I nerazzurri ieri sera hanno giocato una grandissima partita, nonostante l’inferiorità numerica, quantomeno severa.

Se la gara di ieri ha dato queste indicazioni ai nerazzurri, altre le ha date al Napoli. Primo in classifica, senza troppi demeriti, senza dubbio, ma ora che l’Inter ha affrontato tutte le big, e solo i partenopei in trasferta, si può tranquillamente affermare che il Napoli non è la squadra più forte contro cui ha giocato l’Inter, ma ha il giocatore più determinante del torneo: Higuain. Il Pipita quest’anno ha raggiunto la sua piena maturità calcistica e fa dell’empatia e del coinvolgimento con l’ambiente e gli obiettivi stagionali la sua principale fonte di nutrizione, quindi quando la squadra spinge a 130 km/h lui va a 170, quando invece, come l’anno scorso, si va a 70, lui non supera i 50.

All’Inter ieri sera non era chiesta una prova di maturità, perché 13 partite sono abbastanza per valutare una squadra, ma era chiesto di lottare per vincere, su un campo ostico è difficile su cui non si ottenevano i tre punti da 9 gare (10 con quelle di ieri). Questo è quello che i tifosi della Beneamata volevano e hanno avuto. Ha ragione poi Sarri, solo su questo nella sua poco lucida analisi della partita, che essere primi ora non conta nulla, che nessuno ha mai vinto nulla al 30 novembre.

Per l’Inter ora testa a sabato sera, al “Meazza” arriva il Genoa, e con i risultati di questa giornata di campionato poco o nulla è cambiato per i nerazzurri.

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