Dopo Napoli, l’Inter ha la sua cazzimma: Mancini

Cos’è la cazzima ci si chiede, espressione usata nel lessico giovanile campano e che da ieri ha un nuovo interprete: Roberto Mancini.

Si, il Mancio rappresenta la cazzimma nerazzurra, cioè l’arte di designare la furbizia accentuata, la pratica costante di attingere acqua per il proprio mulino, in qualunque momento e situazione, quella rabbia di andare contro tutto e tutti.

Spiegava Pino Daniele nella canzone “A me me piace o’blues” che: “tengo a cazzimma e faccio tutto quello che mi va“, cosi Mancini ritorna all’Inter e gli consegna attributi che era dall’epoca del Mou che non si vedevano. L’esempio pratico lo si è avuto nella gara di ieri con la reazione dei nerazzurri in 10 contro 11 cui solo i pali hanno negato il pareggio, ma non è stato da meno il Mancio nel dopo gara quando a brutto muso ha spiegato ad Andrea De Marco il suo pensiero.

Il duello tra Mancini e De Marco è degno di due tronisti di Maria De Filippi, solo che anziché litigare per far passare un pò di ore in un talk show il Mancio ha ribadito all’ex arbitro il concetto di essere soli contro tutti ed è qui che è uscita la sua cazzimma: “Mai una volta che uno di voi dica la verità, di stupidate in televisione se ne dicono tante ma meglio restare a casa per dire quelle cose lì“, con riferimento al primo giallo di Nagatomo con Callejon che “Sembra gli vada addosso un trattore“, il tutto con aplomb inglese e senza alzar la voce.

In un istante è uscito il numero 10 che c’è in Mancini, quello che alza la testa e t’inventa la giocata, non ha segnato ieri ma ha fatto capire chi è il comandante e quanta cazzimma ci sia in questa Inter da piani alti.

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