GdS – Sessant’anni di Spillo Altobelli: “Fiero di non essermi sdraiato davanti a nessuno”

Alessandro Altobelli compie 60 anni. Un campionato e due Coppe Italia con la maglia nerazzurra e il mondiale dell’82 conquistato con la nazionale. Spillo si racconta tramite la Gazzetta dello Sport. Ecco le sue parole.

I suoi sessant’anni in due parole?
“Sono vecchio…”

Come si definirebbe a quello che non l’hanno vista giocare?
“In questi giorni sono qui a Sonnino, il mio paese. Oggi abbiamo organizzato un’amichevole, Magistrati contro gli Amici di Spillo. Per prepararla ho incontrato anche tanti bambini. Mi hanno salutato come se fossimo negli Anni 80, come se mi avessero visto ieri allo stadio”

Questo è il potere di Spillo.
“Ma anche di You tube.Alcuni genitori mi hanno raccontato che i bambini sono andati a vedere i video delle mie azioni, dei miei gol. In realtà non mi conoscevano, mentre adesso un po’ di più. Ancora una volta ho scoperto quanto la gente mi apprezzi: non solo per le vittorie ma anche per la serietà e l’esempio che sono stato”

E a chi ancora non la conosce, cosa direbbe?
“Direi di fare di tutto per potermi conoscere. La normalità è sempre stata la mia forza”

Con chi parlerà in campo oggi?
“Gli Amici di Spillo sono campioni del Mondo, interisti, juventini, amici. Dovrebbero esserci Conti, Antognoni, Beccalossi, Muraro, Graziani, Marini, Gentile, Candela, Tacconi, Marcolin, Ezio Greggio… E altri”

Il gol nel mondiale dell’82 è già nella galleria d’arte, un altro gol indimenticabile?
“Sicuramente quello del Mondiale è il più importante, normale che sia così, non capita a tutti di segnare nella finale vinta ai Mondiali. L’altro? Non è uno ma tre: la tripletta alla Juventus, Inter-Juve 4-0. E il quarto l’ho fatto fare io a Muraro”

Il gol sbagliato in maniera più clamorosa?
“Sono 2: uno l’ho tirato alto, l’altro contro il portiere, non mi ricordo se con Malta o Cipro”

Da allora ad oggi, quanto è cambiato il giocatore di calcio?
“Se chiedono di fare paragoni fra giocatori dico fermi tutti: tutti troppo diversi da altri, epoche differenti. Cosa avevamo più noi e cosa più quelli di oggi? Il periodo più difficile per giocare a calcio è stato quello dal 1975 al ‘90: bisognava essere completi, avere tecnica, cuore, sacrificio, testa. Dagli anni‘90 in poi ha cominciato a comandare il fisico: chi corre di più fa carriera”

Il calcio di allora era più lento?
“Falso. Ad esempio, Tardelli forse non correva? Tardelli non aveva tecnica, agonismo, colpi, cattiveria? Era un fenomeno, un centrocampista simbolo di un’epoca. Anche Oriali…”

Anche lei è stato un simbolo.
“Sì, di serietà, onestà. Ho fatto calcio come fosse un lavoro. La gente mi avrebbe affidato il proprio portafoglio da quanto si fidava e si fida”

C’è qualcosa in cui non è migliorato?
“Da calciatore non ero possente, ma avevo comunque le mie qualità. Caratterialmente procedevo di testa mia, sono fiero di non essermi mai sdraiato davanti a nessuno”

L’Inter è fiera in testa al campionato.
“La squadra è costruita bene, il Mancio ha fatto un gran lavoro sulla fase difensiva e personalità. E siamo in testa. E magari riusciamo anche a migliorare”

Mancano i gol di Icardi: quali sono i suoi problemi?
“Vorrei avere io i suoi problemi (sorride)… L’allenatore pretende molto da lui, ma sicuramente andrebbe servito meglio. Se questo capita e lui segue il Mancio potrà diventare il centravanti numero 1 al mondo. Mauro ha numeri e qualità, la squadra lo deve aiutare a poterle liberare ancora”

Utile o inutile parlare di scudetto?
“A inizio stagione dissi che quest’Inter era da terzo posto. Ora lo ribadisco, ma mi dà più l’idea che si possa lottare anche per il titolo”

Molto, però, potrà dire la partita contro il Napoli.
“Si ricorda la Juve l’anno scorso? Ha vinto scudetto e Coppa Italia, è stata in finale di Champions. Però ha perso a Parma. Nel calcio succede di tutto, si ricordi… Di tutto”

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