Editoriale – Il rumore dei nemici e gli spettri del passato

Non si attendeva altro. Stampa, media, gufi, non aspettavano altro se non il primo passo falso dell’Inter in campionato. Se poi il passo falso arriva pure in pieno stile Inter, con quattro sberle degne dell’era Mazzariana, tanto di guadagnato perchè diventa ancora più facile sfogarsi dopo essersi trattenuti (più o meno) nelle prime cinque giornate. “Inter, questo è il tuo vero volto”, “Finalmente la dimostrazione che i primi successi erano casuali”, “La Fiorentina è di un altro pianeta” e roba di questo tipo che avrebbe scaldato non poco Josè Mourinho, predicatore della famosa prostituzione intellettuale molto diffusa in Italia.

Certo, i nerazzurri hanno spudoratamente fallito la prima prova del 9 del campionato, fuori dubbio. Ma analizzare come monito netto una partita che concretamente non si è mai giocata, vuoi per le scelte discutibili del Mancio, vuoi per le clamorose disattenzioni di Handanovic, è comunque frutto della semplice volontà di gettare fango su una squadra che nessuno si aspettava di vedere in testa dopo 5 giornate (e che, classifica alla mano, è capolista tutt’ora insieme alla stratosferica Fiorentina, anch’essa forse esaltata con troppa facilità alla luce di come è andata la sfida di ieri). L’Inter ha pagato delle scelte di base sbagliate, ma anche pagato massimo dazio con una giornata da horror che va solo presa come riferimento per migliorare e capire che la strada è lunga e per nulla compromessa.

“Kondogbia giocatore sopravvalutato, Perisic finora è stato un vero flop”, “L’Inter ha speso fin troppo per giocatori che non valevano tanto”. I soliti esperti di mercato hanno già dato le loro sentenze, magari ignorando quei giocatori che anche in altre sponde hanno fino a questo momento deluso le aspettative (Romagnoli 30 milioni? Bertolacci 20 milioni? Dybala quasi 40?). L’essenziale è che sia l’Inter ad aver sbagliato mercato, i colpi degli altri sono fatti in prospettiva e devono ancora inserirsi, quelli nerazzurri no. Gli altri possono permettersi di sbagliare una o due partite perchè magari gira male, Perisic (da terzino) e Kondogbia no. Almeno è evidente come il rumore dei nemici sia comunque risultato di un rispetto generale che l’Inter si è guadagnata nelle prime 5 uscite vincenti della stagione e non può uno scivolone anche se clamoroso come quello di ieri far mettere tutto in discussione perchè non dimentichiamo che tutte le altre sono ancora dietro (e alcune, per ora, di molto).

Nella mente dei tifosi nerazzurri, quasi sfiancati dalle ultime tribolate stagioni, ci sono grandi vittorie seguite da altrettanti tonfi che spesso hanno annullato i bei risultati precedenti. Come scordare i risultati persino positivi della scorsa stagione che, dopo il ko casalingo con il Cagliari (molto simile come sviluppo alla gara di ieri) hanno fatto precipitare la gestione Mazzarri, oppure l’impresa dell’Inter di Stramaccioni che sbancò per prima lo Juventus Stadium toccando quasi la vetta della classifica prima di finire la stagione a circa 30 punti dai bianconeri di Conte. L’Inter, si sa, ha un dna folle e può facilmente passare dalle stelle alle stalle, da top a flop, dalle vittorie alle sconfitte.

Ecco perchè è necessario restare con i piedi per terra come si è detto dopo ogni vittoria ed è imperativo ricompattarsi subito perchè le prossime due sfide saranno più che ostili a Marassi contro la Sampdoria e al Meazza contro la Juventus e mai come ora solo i risultati potranno permettere ai nerazzurri di recuperare subito le proprie certezze e rinvigorire la convinzione che quest’anno si può e si deve ritornare grandi. Nonostante il solito sfondo, costellato dal rumore dei nemici e dagli spettri del passato.

Impostazioni privacy