Come un anno fa o forse meglio?

Oggi è il 28 settembre 2015, 365 giorni fa che faceva l’Inter? Perdeva 1-4 con il Cagliari di Zeman e oggi siamo di fronte ad un nuovo 1-4, stavolta con la Fiorentina.

Tutto uguale? Tutto diverso? Dipende, ieri la difesa dell’Inter ha fatto sembrare Kalinic il nuovo Batistuta per il killer instinct sotto porta come un anno fa Ekdal sembrava Yaya Touré nella difesa colabrodo dell’Inter.

Corsi e ricorsi storici, solo un caso o no, ma l’Inter di 12 mesi fa si schierò col 3-5-2 davanti a quella che sembrava una squadra da Zemanlandia pronta a stupire e poi retrocessa, con Vidic, Andreolli e Juan Jesus davanti ad Handanovic, con Nagatomo espulso come Miranda ieri, con San Siro impallidito dopo buone prestazioni come quelle arrivate nel torneo in corso dopo 5 vittorie.

Ieri si è visto lo stesso 3-5-2, è cambiato l’interprete in panchina, non più la faccia perennemente imbufalita di Mazzarri ma il ciuffo elegante di Mancini, diversi maestri stesso pasticcio. Inter che si snatura, che sbaglia i giocatori per la difesa a tre, con Santon che parte come centrale difensivo ed è spaesato, con Medel che pressato gioca sempre palla a terra per il portiere, con Handanovic che resta mentalmente negli spogliatoi ad inizio partita, sbagliando prima lo stop con conseguente atterramento di Kalinic e poi è rivedibile sul missile di Ilicic che fa nascere il raddoppio.

L’emblema di una gara nata male e proseguita peggio è Ivan Perisic. Mancini sostiene che sa far tutto e così lo si ritrova a fare il terzino, incapace di marcare come si deve Marcos Alonso, soprattutto in occasione del terzo gol, quando l’ex Wolfsburg viene saltato come fosse l’ultimo giocatore al mondo e per Kalinic è il paradiso.

Senza ripensare ad un passato poco vincente e molto polemico viene in mente la prima gara del Mancini-bis, il derby giocato col 4-3-3 con Kovacic ala sinistra più che spaesato. Perché snaturare i giocatori sapendo che si corre una brutta figura? Perché una difesa impenetrabile con complimenti per l’imbattibilità e gli 1-0 in sequenza di colpo prende acqua da tutte le parti?

Il fatto che Mancini non vada avanti per le sue idee ma si adegui all’avversario sembra una prima resa, lo stesso Paulo Sousa, a cui viene chiesto un parere sul cambio di modulo, risponde ai giornalisti che la prima cosa da fare e andar dritto per la strada scelta senza pensare a come gioca l’avversario, un avversario che in 90 minuti passa dai record per la partenza con 5 vittorie all’essere ridimensionata, umiliata e redarguita che in futuro arriveranno avversari più forti di quelli affrontati in precedenza e allora si potrà realmente constatare se si può sognare o se dopo un anno non è cambiato niente.

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