Nella settimana dove spicca il gol di Alessandro Florenzi e le reti da lontano il suo nome è stato invocato spesso e volentieri, Schalke 04 e Genoa le vittime di capolavori, stiamo parlando di Dejan Stankovic intervistato dal Corriere della Sera.
“Devo fargli i complimenti, perché quello contro il Barcellona è un gol da fuoriclasse. Così belli da così
basta. È un qualcosa che viene da dentro, quello è un colpo che o lo hai oppure non lo senti, non lo provi, non lo immagini“.
Un gol cosi non è neanche frutto di allenamento secondo Stankovic: “Non c’è nessun allenamento
e preciso. Ma quello di Florenzi è un gol difficilissimo, da una posizione assurda. E non è un tiro sbagliato: no no, lui ci ha proprio provato“.
Deki ha abituato gli interisti con gol da fuori area, prima di lui ci si ricorda delle prodezze di Recoba ma serve qualcosa per segnare cosi: “La visione di gioco. In partita, prima di ricevere il pallone, memorizzavo mentalmente il campo e le posizioni degli avversari. Questo mi permetteva di sapere dov’erano gli altri. Quei miei gol da lontano nascevano anche così, il mio cervello registrava i piazzamenti e agiva di conseguenza, anche perché non puoi ragionarci“.
Visione di gioco e non fortuna come penserebbero in molti: “La fortuna serve sempre, però te la devi andare a cercare. Se non provi, se non sei disposto ad andare incontro al fallimento, non puoi riuscire a mettere a segno un colpo così. Pensate a Florenzi. Stava lanciando il contropiede della Roma, ci ha provato e ha avuto l’incoscienza di farlo. Però se il tiro fosse finito in curva, si sarebbe preso i fischi e pure il rimprovero di aver sciupato un’azione importante“.
Esiste un segreto? “La sfida con se stessi, il gusto del rischio, di superarsi e di non aver paura della
figuraccia. In fondo se va male è solo un tiro sbagliato“