L’esordio nerazzurro di Perisic: sacrificio, intelligenza e duttilità al servizio della squadra

Esordire con una squadra nuova è sempre difficile, lo è ancora di più se lo si fa in un Derby. È questo il caso di Ivan Perisic, catapultato nella bolgia di San Siro alla prima occasione, come un gladiatore veniva buttato in pasto ai leoni o semplicemente come fatto con Sneijder quando nel 2009 approdò all’Inter. Ma l’ex Dortmund non si spaventa, lui di partite così ne ha già giocate parecchie. Così scende in campo a testa alta senza paura né degli avversari, né dei quasi 80.000 del Meazza.

Mancini sorprende tutti e lo schiera trequartista alle spalle di Jovetic e Icardi. Un attacco completamente nuovo. Infatti, nessuno di questi giocatori ha mai disputato una partita accanto agli altri. Questa poteva essere un’ennesima difficoltà per il giocatore croato. Invece la sua partita è stata di grande intelligenza tattica. Nonostante giocasse in una posizione non propriamente sua, Perisic ha saputo dare un apporto più che positivo alla squadra. In fase di copertura, ad esempio, ha saputo bloccare sul nascere la manovra rossonera, pressando Montolivo e non permettendogli di ragionare. Anche con la palla al piede, ha saputo trovare spunti interessanti, come il passaggio filtrante del primo tempo, che ha permesso a Guarin di trovarsi in buona posizione, occasione sprecata dal colombiano, che perde il tempo e si fa chiudere il tiro dalla retroguardia rossonera.

L’ex Wolfsburg ha saputo svariare molto bene sul fronte d’attacco, venendo spesso a prendere il pallone e provando anche qualche inserimento interessante. Ovviamente sono ancora da oliare gli automatismi con i compagni di reparto, ma questi sono meccanismi che si possono migliorare solo col tempo e giocando insieme. Peraltro nell’unica reale azione sulla fascia sinistra il croato si è reso protagonista di un bel numero con doppio passo e cross per Guarin che per poco non ha segnato di testa il gol del vantaggio.

Sono stati spesi 20 milioni e 3 mesi per questo talento, sicuramente cifre che avranno fatto storcere il naso a più di un interista. Ma Mancini l’ha voluto fortemente vedendo in lui la pedina funzionale per il gioco interista. Perisic vuole ripagare l’impegno messo dalla società per portarlo a Milano, dimostrandolo subito con una partita di qualità e intelligenza ma anche di sacrificio. Questo era solo l’antipasto, ora si aspetta la portata principale!

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