Mancini ha avuto ragione: Felipe Melo ha già conquistato San Siro, alla faccia dello scetticismo

Un giocatore trattato per mesi, spesso senza successo. Graditissimo a Mancini che lo ha sempre considerato fondamentale per il suo progetto tecnico. No, non parliamo di Ivan Perisic, altro giocatore per cui l’Inter ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie con il Wolfsburg: trattasi di Felipe Melo Vicente de Carvalho, semplicemente noto come Felipe Melo. Giocatore brasiliano giunto ormai alla veneranda età di 32 anni, è ricordato per la sua parentesi italiana giocata fra il 2008 e il 2011 con le maglie di Fiorentina e Juventus.

Giunto a Firenze nel 2008 dall’Almeria da semi-sconosciuto, riuscì a conquistare presto il cuore del pubblico viola e nell’estate passò alla Juventus per la cifra record di 25 milioni di euro. Cifra che sicuramente non fu rispettata nei risultati, nonostante l’incoraggiante debutto all’Olimpico in un sonoro 3-1 rifilato alla Roma in cui proprio il brasiliano chiuse i conti con un gran tiro all’angolino dopo una progressione palla al piede.

In parte per l’elevato costo d’acquisto, in parte per il suo carattere forte e il suo gioco spesso aggressivo e soprattutto per le due annate molto deludenti della Juventus (7° posto sia nel 2009-10 che nel 2010-11), Felipe Melo non è mai stato amato dalla tifoseria bianconera che spesso l’ha preso di mira per la sua condotta di gioco. Lascia Torino nell’estate del 2011 per trasferirsi al Galatasaray ed è qui che inizia il momento forse migliore della sua carriera.

In Turchia diventa un vero leader, a partire dalla prima stagione ad Istanbul in cui segna addirittura 12 reti in 36 partite diventando anche rigorista della squadra con indosso la prestigiosa maglia numero 10. Bene anche nelle annate successive in cui diventa il vero capitano morale della squadra, amatissimo dalla calda tifoseria turca. Emblematico l’episodio nel novembre 2012 quando sul risultato di 1-0 in un match di SuperLig, viene espulso Muslera e proprio Felipe Melo, da improvvisato portiere e al 90′, para il rigore regalando la vittoria al Gala. Nel 2013-14 sarà proprio Mancini il tecnico della squadra giallo-rossa e di lì si porrà la base per il suo futuro arrivo all’Inter.

Dopo una trattativa estenuante fra Inter e Galatasaray, inframmezzata anche dal suo rinnovo che sembrava averlo allontanato del tutto dal ritorno in Italia, proprio nell’ultimo giorno di mercato i due club hanno trovato l’accordo, per la felicità del giocatore che desiderava con forza una nuova chance in Serie A e l’occasione di avere il Mancio come allenatore. In estate spesso si è parlato con tono fortemente critico del suo acquisto, soprattutto in memoria del suo tribolato passato juventino, senza tener conto della crescita evidente del giocatore nelle tre stagioni in Turchia.

Peraltro, se Mancini stesso ha dichiarato più e più volte che il suo profilo fosse addirittura fondamentale per la sua nuova Inter qualche motivo doveva pur esserci. Ieri nel derby la dimostrazione lampante: esordio poderoso con grinta, fisicità e muscoli al servizio della squadra oltre che con una tecnica affinata nel tempo che ieri l’ha visto spesso e volentieri velocizzare la manovra con aperture e verticalizzazioni. Certo, il suo temperamento di base non è cambiato e dovrà comunque imparare a gestirsi nell’arco della partita (ieri da ammonito ha rischiato con qualche intervento), però con la sua tenacia e il muso duro che da sempre l’ha caratterizzato (vedi lo scontro verbale con Balotelli), Felipe ci ha messo pochissimo a conquistare San Siro e il pubblico nerazzurro che, si sa, ha sempre amato i giocatori che danno tutto per la maglia.

Anche se non è una notte a poter fare la storia, Mancini ha dimostrato subito di aver avuto ragione, alla faccia dei critici e degli scettici. Il guerriero Felipe sarà sicuramente un valore aggiunto durante la stagione nerazzurra. 

 

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