Dalle lacrime del 5 maggio a quelle con Mou, passando per la doppietta vincente di Siena e il gol mondiale: auguri Matrix, eterno guerriero (ner)azzurro

Appassionato, primo tifoso, combattente, fragile, reattivo, vincitore e vincente. Potrebbero non bastare tutti questi appellativi per definire ciò che è stato Marco Materazzi per l’Inter.

Arrivato dal Perugia nell’estate del 2001, nella prima stagione vive subito la delusione più grande della sua carriera: il 5 maggio 2002, con lo scudetto che sembrava già in tasca, si vede soffiare il titolo da sotto il naso. Già, il tricolore va alla Juventus e lui, in lacrime, all’Olimpico di Roma, vede la Lazio distruggere i propri sogni. Indelebile, mentre piange in campo, la frase che rivolge ai giocatori biancocelesti: “Vi ho fatto vincere lo scudetto” (l’anno prima il Perugia di Materazzi ferma la Juventus all’ultima giornata e fa vincere lo scudetto proprio alla Lazio). Come dirà stesso lui, quello sarebbe stato lo scudetto più bello da vincere, e sarà una delusione che non andrà mai via.

Ma un guerriero come Matrix (così chiamato dai tifosi nerazzurri), si è rialzato eccome: nella stagione 2006/2007 con una vittoria l’Inter sarebbe matematicamente Campione d’Italia: la firma, anzi, la doppia firma, è proprio di Materazzi, i nerazzurri vincono 2-1 a Siena e il tricolore torna, dopo anni di insuccessi, nella Milano nerazzurra. In quella stagione il numero 23 nerazzurro mise a segno ben 10 gol in campionato. I successi in Italia poi si moltiplicarono, gli scudetti sono stati vinti fino al 2010, con Supercoppe Italiane e Coppe Italia nel mezzo. Ma, ovviamente, una menzione speciale merita la Champions League vinta con Mourinho: nel 2010 l’Inter realizza il Triplete, Matrix non sarà di certo uno dei protagonisti di quell’anno sul campo, ma scoppia comunque di felicità per aver toccato il punto più alto della sua carriera nel club. La sera stessa del trionfo in Champions Materazzi saluta in lacrima Josè Mourinho, pronto a sedersi sulla panchina del Real Madrid. Di lì la fine, lenta, della carriera di Matrix nell’Inter: la lite con Benitez nonostante la vittoria del Mondiale per Club, lo scudetto perso contro il Milan, una Coppa Italia vinta che non toglie però l’amarezza di aver perso il campionato contro i tanto odiati cugini. Poi, il ritiro (neanche con quell’allenatore, Leonardo, andò d’accordo).

Un discorso a parte va fatto, poi, per la nazionale. Non ha mai trovato molto spazio, poiché davanti aveva mostri sacri come Maldini, Nesta e Cannavaro. Ma il suo momento di gloria se l’è ritagliato eccome: mondiale 2006, terza partita del girone di qualificazione, si gioca contro la Repubblica Ceca di Nedved. Nesta esce dolorante, al suo posto entra Matrix: nemmeno il tempo di entrare che segna subito, 1-0 Italia e partita in discesa. Poi una delle poche macchie di quel mondiale, l’espulsione (ingiusta) agli ottavi contro l’Australia. Torna in tempo per la gloriosa vittoria contro la Germania e, soprattutto, per la finale con la Francia dove, nel bene e nel male, è protagonista: causa il rigore (molto dubbio) che porta in avanti i galletti, pareggia i conti con un fantastico colpo di testa, poco prima dei calci di rigore fa espellere Zidane, segna uno dei 5 rigori che portano l’Italia sul tetto del mondo.

Pazzia, forza, volontà di cambiare le cose, saper aspettare: tutto questo è stato Marco Materazzi, a cui vanno i migliori auguri di un sereno compleanno.

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