GdS – Ecco chi è Perisic, carattere e cuore da gladiatore e…

Perso Shaqiri ecco Perisic, l’Inter cambia passo ed è pronta ad abbracciare un giocatore diverso dallo svizzero ma con gli stessi colpi di genio.

La Gazzetta dello Sport descrive il croato nato il 2 febbraio 1989 come un maghetto con cuore da guerriero, spesso passato inosservato nel Wolfsburg dove tanto dipendeva dalle invenzioni di De Bruyne e i gol di Dost, dimenticando che dalla parte opposta del gioiellino belga esisteva il 9 atipico, non prima punta come vorrebbe il suo numero di maglia ma un tuttofare che dal centrocampo attacca per inserirsi negli spazi grazie al buon dribbling e all’ottima visione di gioco.

Cresciuto nell’Hajduk Spalato a 17 anni Perisic passa al Sochaux in Francia nonostante la corte delle grandi squadre olandesi e dell’Anderlecht dove fa un provino senza successo.

In Francia per Perisic non ci sono soddisfazioni, l’approdo al Roeselare in Belgio gli apre una fetta di carriera importante, dopo un ennesimo provino andato male, stavolta con l’Hertha Berlino ecco la chiamata del Club Bruges e 31 gol in 70 partite con i colori nerazzurri nella serie a belga.

Un colore nerazzurro che attende di indossare ora, prima la parentesi col Borussia Dortmund dal 2011 al 2013 sotto gli occhi di Jurgen Klopp, col destino beffardo di tanti infortuni che ne rallentano l’ascesa, ma che segnano il carattere di Ivan pronto ad accorciarsi le ferie per mettersi agli ordini del club giallonero di Germania, tanto da stupire Klopp prima di un “Sembra che abbia qualcosa contro di me” indirizzato da Perisic al tecnico tedesco, preavviso di rottura tra il croato e il club di Dortmund un mese dopo con la nuova avventura al Wolfsburg.

Sfortuna che mantiene Perisic tra i figliocci, l’estate scorsa il giocatore era tra la gioia e il dolore, la nascita della figlia e la rottura della spalla in un’amichevole con l’Amburgo, tre mesi di convalescenza diventati due dopo riabilitazione, piscina, lavori specifici e una gran voglia di giocare a calcio.

Perisic sembrava un nuovo Michael Ballack, la stella di inizio millennio che tanto piaceva a Massimo Moratti prima dell’approdo del tedesco al Chelsea, in realtà son giocatori diversi, più centrocampista Ballack rispetto a Perisic, più attaccante il croato che tanto bene ha fatto contro l’Italia, segnando a Buffon guarda caso a San Siro, la sua prossima casa.

Anche e sopratutto assist man Perisic, 10 assist e 22 gol nel Bruges, 7 passaggi fortunati con 12 centri nel Dortmund sino a 17 con 20 reti in 86 partite con i Lupi di Germania, con gran gol immortalati nella memoria del tifoso come quello in Champions contro l’Arsenal, simile nella memoria interista a quello di Almeyda contro il Newcastle nella Champions 2002/03, oltre a gesti di gran cuore come la maglia di Junior Malanda indossata nella finale do Coppa di Germania, omaggio al giocatore del Wolfsburg scomparso poco prima in un incidente stradale.

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