GdS – Vicini “Un peccato non aver fatto giocare Mancini nel 1990, con Donadoni dico che…”

Inter-Parma significa anche l’incrocio in panchina tra Roberto Mancini e Roberto Donadoni, due che in passato hanno condiviso l’epopea azzurra a cavallo della fine degli anni 80.

A ricordare peripezie e aneddoti a La Gazzetta dello Sport è Azeglio Vicini, Ct dell’Under 21 prima e della Nazionale che disputa l’Europeo 1988 e il Mondiale italiano nel  1990.

Mancini e Donadoni si somigliano per carattere, persone riservate lontano dai capi banda di quel gruppo, per esempio gli estroversi Zenga e Vialli e Baresi come leadership ma sapevano farsi voler bene dallo spogliatoio”.

Un amore tra Mancini e la Nazionale mai sbocciato, lui che trascinava a suon di gol e assist la Sampdoria si perdeva poi in maglia azzurra, “Fu proprio grazie a Donadoni che Mancini si tolse la soddisfazione più grande in azzurro” prosegue Vicini, “Esattamente il 10 giugno 1988 ai Campionati Europei in terra tedesca l’Italia sfida i padroni di casa a Dusseldorf, al 6’ della ripresa assist di Donadoni da destra per il Mancio e conclusione nell’angolo basso che batte il portiere Immel. Per Mancini l’esultanza fu rabbiosa con corsa verso i giornalisti in tribuna per il suo primo gol in Nazionale dopo 756’ di inseguimento”.

L’idillio Mancini-Italia non esplode neanche nei Mondiali del 1990 e Vicini ammette “Ho un rimpianto, non aver fatto giocare neanche un minuto a Roberto durante il Mondiale delle Notti Magiche, e questo gliel’ho confessato più volte quando ci siamo incontrati a distanza di anni”.

Un vero peccato per Mancini giocatore, uno che, escluso per un probabile infortunio in Under 21, si presenta ugualmente in ritiro contro l’Unione Sovietica e dice di star bene, di contare su di lui.

Mancini e Donadoni erano due ragazzi chiusi, il primo per paura che la critiche su lui potessero destabilizzare la Nazionale, il secondo era taciturno per motivi “geografici” bergamasco di Cisano, piccolo comune della Valle San Martino, ma in campo si facevano valere entrambi, uno dribblava e l’altro segnava, un peccato non aver vinto l’Europeo di categoria perdendo ai rigori contro la Spagna”.

Un Donadoni che crossa e un Mancini che segna, oggi in panchina sarà un po’ diverso ma come chiude Vicini “Non avevo dubbi che sarebbero arrivati fin qui, Donadoni ha già allenato la Nazionale, Mancini può imitarlo vista la sua personalità”.

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