La Repubblica – Carraro: “Nel ’98 in quel Juventus-Inter i bianconeri furono favoriti. E Moggi..”

Luciano Moggi, colpevole ma prescritto per i fatti di calciopoli, ha dichiarato, subito dopo la sentenza che la cupola del calcio era Franco Carraro.
Dall’ex ministro, dirigente sportivo, presidente FIGC ed oggi membro del CIO, ci si aspettava una reazione al veleno, invece ha deciso di rispondere tramite un’intervista al quotidiano La Repubblica in maniera tranquilla ma comunque decisa.
Carraro inizia l’intervista dicendo che Luciano Moggi era un bravo manager ma ha fatto i suoi errori e quello più pacchiano, secondo lui, è stato quello di compiacersi troppo del suo potere e di godere ad essere considerato il “Lucky Luciano” del calcio.
Alle domande dirette del giornalista sul fatto se esistesse davvero la cupola del calcio e quale fosse la sua opinione in merito, il dirigente risponde letteralmente: “Le sentenze dicono di sì e noi dobbiamo stare alle sentenze. Ovviamente anche quando dichiarano prescritto un reato. Bisognerebbe tutti avere l’intelligenza di metterci una pietra sopra…Che, a differenza di quanto avvenne nel ’98, la Juventus in quei due campionati aveva la squadra più forte e ha vinto sul campo, anche di parecchi punti, e non a causa delle interferenze. Che però ci furono. Ci furono molte cose che non andavano bene“.
Sì esattamente, Carraro tira una bordata per quanto riguarda un campionato non preso in esame dall’inchiesta e sorvola o comunque minimizza sul resto.
L’intervista prosegue con il dirigente che dice che i campionati presi in esame dall’inchiesta e di fatto tolti alla Juve furono da quest’ultima vinti sul campo con merito, avendo una squadra nettamente più forte (ma conferma comunque l’esistenza di irregolarità), mentre nel 1998 ci furono molti episodi, tra cui il rigore su Ronaldo, che favorirono la società bianconera.
Per quanto riguarda la richiesta del risarcimento danni Carraro afferma che sia assurda e scorretta in quanto la pena subita dalla Juventus fu il risultato di un patteggiamento.
Si passa poi alle telefonate per cui è stato al centro dell’inchiesta lo stesso dirigente alla procura di Napoli e per cui è stato assolto dal gup di Napoli e dalla stessa giustizia sportiva. L’ex presidente della FIGC afferma che le sue chiamate per Lazio-Brescia e per Inter-Juve erano solo per difendere il suo operato e la sua federazione in un momento critico, definendo poi Facchetti un uomo corretto e per bene.
L’intervista si conclude con Franco Carraro che afferma che le scommesse sono il male globale dello sport e del calcio a prescindere da Calciopoli, che il fallimento del Parma è dovuto anche alla non applicazione delle ferree leggi sull’iscrizione ai campionati che aveva fatto durante il suo mandato e sul fatto che se ci fossero stati ancora l’Avvocato e Umberto Agnelli la Juventus avrebbe reagito allo scandalo con ben altro stile.

 

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