GdS – Da Panenka a Icardi, passando per Totti: l’arte del “cucchiaio”

 Scavetto, scavino, pallonetto, cucchiaio. Ha infinite accezioni il tiro con il cosiddetto “colpo-sotto” che permette di dare al pallone una traiettoria beffarda in grado di ingannare il portiere avversario, in uscita o più spesso quando lo si ha contro in un calcio di rigore.
Come ricordato dall’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, nell’ultimo turno di campionato sia Toni che Icardi hanno rispolverato il cucchiaio contro Milan e Napoli, facendo tornare in auge quel gesto che tante volte ha fatto discutere nel mondo del calcio. A partire dal suo intento infatti i critici si dividono sull’idea se questo gesto sia più legato alla volontà di deridere il portiere che un mezzo per segnare più facilmente. Diceva Pelè: “Soltanto un pazzo o un genio può battere un rigore così”. Certo è che rappresenta sempre un rischio perchè la linea fra la prodezza e la brutta figura è davvero sottilissima.
La rosea rimembra come questo modo di tirare sia stato inventato nel 1976 da Antonin Panenka, trequartista dell’allora Cecoslovacchia, che con un sorprendente scavetto ingannò dal dischetto il portiere della Germania Ovest Sepp Maier. Grazie a quella magica invenzione la Cecoslovacchia vinse ai rigori quell’edizione degli Europei.
Questo modo pittoresco di calciare assunse una maggior ribalta internazionale quando nel 2000, nella semifinale degli Europei fra Olanda e Italia, Francesco Totti avrebbe dovuto calciare un rigore contro il gigante Van der Sar e celebre fu la fase del romanista a Di Biagio: “Hai visto quant’è grosso quello? Ma nun te preoccupà, mo je faccio er cucchiaio”. Nonostante il timore dei compagni, cucchiaio fu e l’Italia si qualificò per la finale.
Altri celebri cucchiaini furono quello di Zidane nella finale dei Mondiali 2006 contro l’Italia quando solo il rimbalzo oltre la linea dopo il tocco sulla traversa gli evitò una magra figura oppure lo scavetto fatto da Pirlo contro Hart all’Europeo del 2012. Sicurezza o azzardo? Bè, Pirlo sa bene quanto un cucchiaio mal calciato possa davvero suscitare ilarità come quando in un paio di circostanze il portiere avversario è rimasto immobile bloccando il tiro come fosse un passaggio.
Sicuramente l’uomo per eccellenza che avrà il cucchiaio come incubo è l’ex attaccante dell’Udinese, il brasiliano Maicosuel che nel 2012 con un cucchiaio poco efficace favorì l’eliminazione dei bianconeri dai preliminari di Champions League dopo che al Friuli si era giunti ai rigori decisivi contro lo Sporting Braga.
Ultimi in ordine di tempo proprio Toni e Icardi, che peraltro non hanno calciato due rigori perfetti perchè al primo la palla si è alzata poco mentre al secondo per poco non ha sfiorato la traversa e si sa, un rigore tirato al San Paolo al 87′ a un certo peso. Azzardo o no, la storia del calcio è fatta di gol e genialità e nei rischi che la genialità comporta risiede il brivido dell’arte del cucchiaio.
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