La controversia del grande ex mancato

Chissà se domenica sera aleggerà il suo spirito sul campo quando forse, seduto sul divano, guarderà le sue ultime due creature darsi battaglia oppure se si mostrerà disinteressato, visto che, a suo dire, ha voluto prendersi una pausa totale dal mondo del calcio.

Walter Mazzarri è il grande ex mancato del prossimo posticipo domenicale. Il suo secondo ritorno a Napoli non si concretizzerà. Un ex controverso, anche perché, molto probabilmente, lo stesso Mazzarri ha avuto una storia e una carriera molto controverse. Un allenatore capace di fare bene (quasi) ovunque sia andato, ma mai in grado di essere amato incondizionatamente, di auto-compiacersi fino in fondo e di farsi apprezzare in maniera unanime.

Napoli e Inter si presentano come i due poli opposti della sua carriera: le stelle e le stalle, l’apoteosi e lo sprofondo. Eppure lui ha scelto di andarsene dal paradiso e, contro il proprio volere, è stato sbattuto fuori dal proprio inferno. A Napoli era inseguito con ammirazione da miriade di persone anche mentre faceva colazione, a Milano è stato investito dai fischi più rumorosi e sprezzanti possibili. In riva al mare qualcuno ancora lo rimpiange, a Milano nemmeno le tante sbandate successive al suo esonero hanno prodotto ripensamenti sul suo conto. Al sud il suo ricordo rievoca notti di Champions mai vissute prima di allora, nemmeno ai tempi di Maradona, al Nord la sua immagine risulta bagnata da quella pioggia usata come uno dei tanti alibi. I tifosi azzurri ricordano la sua squadra nei goal di Cavani e nelle corse del migliore Hamsik di sempre, quelli nerazzurri rimembrano  il suo gioco come un insieme di un possesso palla senza sprint e di traversoni sballati. Il popolo napoletano si esaltava per le sue giacche eroicamente lanciate e la sola camicia ad affrontare le temperature più fresche, gli interisti tante volte hanno desiderato scaraventarlo come le bottigliette che buttava qua e là per la frustrazione. C’è chi ha pregato affinché restasse, c’è chi ha pregato affinché mollasse tutto, c’è una squadra che con lui è tornata grande e sognava di poter arrivare ancora più in alto con la sua guida, c’è una squadra che con lui è sempre stata piccola e rischiava di esserlo per sempre con lui al comando. Da una parte ci sono state rimonte palpitanti e notti magiche, dall’altra solo serate indigeste e beffe pazzesche.

Ci sono semplicemente delle storie meravigliose e dei matrimoni forzati; anche se le persone sono le stesse, si deve capire che si può essere amati alla follia, ma anche schifati come il peggiore dei mali. Entrambe hanno però un punto in comune: sono destinate a concludersi. Nulla è per sempre, né la gioia e né il dispiacere. Abbiamo la fortuna di veder finire i problemi che ci tormentano, ma anche la delusione di scoprire come i momenti migliori sono destinati a svanire. Ciò che accomuna sono i rimpianti e sono quelli con cui Walter Mazzarri domenica sera dovrà avere a che fare. Per tutto ciò che poteva essere e non è stato. 

 

 

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