Il Giornale – Mancini: “Cassano? No. Ci proviamo per Yaya Tourè”

Roberto Mancini intervistato da Il Giornale, commenta quello che è stato il suo primo periodo all’Inter.

Ci sono più difficoltà di quanto si aspettasse?

“Ho preso una a metà percorso: non è mai semplice.Ci vogliono tempo e pazienza. Ma sono soddisfatto: ci mancano 5-6 punti.Questo sì”.

Un cammino deludente per adesso…

“Si può scendere anche più in basso.E si può risalire .Noi siamo a metà, ma la strada è giusta. Sono contento anche delle ultime due prestazioni: con Sampdoria e Torino. Ci mancano i punti persi in casa. Ma il calcio è questo”.

Sul mercato si cerca un difensore? E Cassano?

“Cerchiamo gente che possa giocare in Europa. No, Cassano no. Fino a ieri nemmeno sapevo dello svincolo. No, mai parlato”.

Piovono critiche per i giocatori dell’Inter che sembrano poco attenti…

“La disattenzione con il Torino non deve più accadere. Altri gol sono frutto dell’abitudine a difendere a 5: figli del cambio di modulo, mancava sempre uno. Dopo 3-4 mesi non devi più sbagliare. Dobbiamo migliorare molto la tecnica. Mostrare vera leadership sul campo. E gli attaccanti devono muoversi bene, vivere per il gol, avere cattiveria. Lo dico pure per Kovacic: deve essere decisivo, a 20 anni quelli bravi lo sono”.

Thohir dice che andare in Champions non è indispensabile?

“Va bene,ma l’Inter è sempre l’Inter. Dunque lavoriamo per la Champions e anche più. Se andrà male,costruiremo per il prossimo anno. Punteremo allo scudetto, perchè saremo pronti. Io vedo cose buone che altri non vedono. E quando le imprese sembrano impossibili, a volte accadono. Se capitasse farei pari con lo Scudetto del City: vinto al minuto 94 dell’ultima partita, dopo aver recuperato 8 punti allo United”.

Se andate in champions vai in bici a Santiago di Compostela?

“Vediamo, ma sto preparando la bici. Attenzione: non partirei da Milano,bensì dal confine franco-spagnolo, circa 800km”.

Thohir non si arrabbia mai?

“Lui intende un altro modo di vivere: come gli anglosassoni. Mi spiace solo per domenica: avevamo ricreato entusiasmo, anche per gli acquisti fatti. Non doveva accadere”.

 Lui si intende più di basket? Un vantaggio?

“Io mi intendo di basket, lui non so. Però credo si intenda di calcio. Quando mi parla di formazioni, lo fa con logica. Ed è giusto che ne parli e ne dica”.

Inzaghi?

 “Mi spiace, spero ne venga fuori, faccia risultati. Anzi, spero che il Milan vada bene, perché così andrà bene pure l’Inter. Mi spiego: spero che la Milano del calcio vada bene, diverta la gente. Milano merita di essere sempre al top. E se il Milan farà una grande squadra, anche l’Inter sarà grande: si tirano una con l’altra, al di là del campanilismo”.

Le mancano i vini di Ferguson?

“Erano proprio buoni e mi ricorda il successo all’Old Trafford. Qui non si usa. Figuriamoci: è già faticoso darsi la mano a fine partita. C’è una cultura da incazzati”.

Balotelli e Osvaldo?

“Sembra che io attiri certe situazioni. Con Mario ricordo solo cose buone, abbiamo vinto il campionato in Inghilterra e Italia. Qualche litigio fa parte della vita quotidiana. Con Osvaldo mi spiace e davvero. Ci sono stato male tre giorni. É un bravo giocatore e non Ho capito perché sia successo”.

 Soddisfatto della carriera?

“Certo, contento di quanto la vita mi ha dato. E due volte all’Inter: strano, mai ci avrei pensato”.

 Perché è tornato? 

“Mi ha intrigato tornare, vedevo la gente, mi voleva bene. É una sfida per riportare in alto l’Inter”.

Mancini ricorda quel comunicato di saluto dell’Inter che diceva: «Per fatti recentemente emersi…». Come ha dimenticato?

“Fu un gran dispiacere, una storia brutta perché erano tutte balle. Però non credo sia più qui chi fece il comunicato. Mi sono detto: bisogna saper perdonare”.

Oggi è un’altra Inter. Allora Mancini voleva Tourè, costava poco. Sarebbe durato?

“Yaya è uno dei più forti giocatori al mondo. Ci sarebbe ancora. Ha girato tante squadre. E’ andato in Belgio, Russia, Spagna, Inghilterra. Gli manca l’Italia. Potrebbe essere l’occasione buona per venire a provare”.

Oggi servono allenatori con pedigrèe per convincere i giocatori?

“Ci sono squadre con appeal, come l’Inter. Ma al City dovetti sudare per convincere sia Tourè sia Silva. Il Manchester non era grande, stava crescendo. Con Silva ho impiegato un mese e stavolta è stata dura con Shaqiri”.

Per ora siete a 3 rinforzi, mica poco.

“Stiamo costruendo. Ma ci sono giocatori che cambiano faccia ad una squadra. Yaya è uno di questi. L’anno prossimo ci possiamo provare: innestiamo tre campioni e vedrete che saremo pronti per la lotta scudetto”.

Si tiene Icardi?

“Dipende dalle situazioni. Se impazzisce e segna tre gol a partita, se Guarin diventa il migliore in Italia… Anzi, spero che Icardi segni tre gol e sia decisivo sempre”.

E’ passato da Tevez a Aguero, a Drogba. Ora Icardi…

“Aggiungo Dzeko e Burak. Icardi è giovane ed ha qualità. Ma deve migliorare molto. Mi ricorda le situazioni di Balotelli e Adriano che, per un verso o l’altro, si sono persi. Non bastano le qualità. Lui deve vivere per la famiglia e il lavoro, ma lavorare tanto”.

 

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