In casa nerazzurra è sempre questione di tempo..

Il tempo è ciò che caratterizza l’Inter in questo momento ed in questi ultimi 4 anni.

A partite dal termine della stagione dei record, quella del triplete, forse per incompetenza ma soprattutto per accorciare i tempi, per risparmiare velocemente, non si è valorizzato un patrimonio enorme: i giocatori più forti del momento sono stati svenduti come meteore ed invece che sostituirli con calciatori all’altezza, si sono comprati giovani di dubbio talento o veterani con le batterie scariche.

Era una questione di tempo, veniva detto: “Bisogna abbattere i costi nella maniera più veloce possibile“. Anche per quanto riguarda la guida tecnica si è agito nel medesimo modo, con 7 allenatori in 5 stagioni. Poca fiducia nelle scelte fatte e nessuna possibilità per gli allenatori di avere il tempo per plasmare una squadra: Benitez, scelto con poca lucidità e convinzione, senza appoggiarlo con il giusto mercato e scaricato dopo il Mondiale per Club; Leonardo, che aveva la fiducia della società ma a fine stagione ha preferito i soldi e il progetto del Psg. Per non parlare di Gasperini, scelto dopo aver puntato tutto, ma trovando il suo rifiuto, su Bielsa. Il Gasp non è mai piaciuto e non è mai stato difeso o supportato dalla società e conseguentemente della squadra. Poi si è passati a Ranieri e Stramaccioni, buttato nella mischia con tempi sbagliati. L’unico che ha avuto più tempo è stato Mazzarri, ma sappiamo come è andata.  Il tempo concessogli ha minato le poche convinzioni che c’erano. Ora serve tempo.

Mancini ha bisogno di lavorare su schemi e mentalità per un lungo periodo. C’è da ricostruire tutto partendo dalle fondamenta. I nuovi arrivati, pur se giocatori di primo livello, devono ambientarsi, assorbire i nuovi meccanismi e rimettersi in forma partita. I calciatori devono avere l’umiltà di mettersi in discussione e bisogna capire se sono davvero da Inter. Ranocchia deve dimostrare di meritare questa maglia e soprattutto una fascia così pesante, così come Guarin che nel nuovo ruolo convince a sprazzi.

Il tecnico è arrivato da poco e ci sono nuovi giocatori. Serve tempo!” ha tuonato Massimo Moratti. Già, questo benedetto tempo, bisognerebbe averne a disposizione ma non ce n’è molto. Il terzo posto si allontana (ora a 10 punti), l’Europa si allontana, il calendario va avanti ed i risultati scarseggiano. Ad Ausilio rimangono pochi giorni per lavorare in uscita e soprattutto in entrata. Diversi ruoli sono scoperti. Un regista, un difensore ed un terzino. Pochi giorni e tante trattative. Le scadenze dell’Uefa si avvicinano e bisogna lavorare sul brand, sulla società e sullo stadio per essere credibili agli occhi di giudici inflessibili. I tifosi stanno per perdere nuovamente la pazienza e già domenica a San Siro si sentivano le pance rumoreggiare, pur senza che ne sia uscito un vero e proprio fastidio e manca poco tempo perché inizino nuovamente i malumori e le contestazioni.

La vera sfida di Mancini e di tutta la società è e sarà una lotta contro il tempo. Tante, tantissime cose da aggiustare e migliorare in un lasso temporale ridottissimo.
Questa è l’Inter, vedremo chi ne sarà all’altezza.

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