GdS – Ciriaco Sforza unico altro svizzero nerazzurro della storia “a colori”

Xherdan Shaqiri è il ventesimo svizzero a vestire la maglia dell’Inter. Come riportato dall’odierna edizione de La Gazzetta dello Sport, dei 19 precedenti elvetici che lo hanno anticipato, solo uno appartiene alla storia recente ossia Ciriaco Sforza mentre praticamente tutti gli altri appartengono ai primi decenni del Novecento.

Uno di questi svizzeri storici, Ugo Rietmann, era un industriale tessile che nel 1908 fu tra i fondatori della stessa Inter e con la casacca nerazzurra disputò una sola partita. Fra i pochi giocatori di questa categoria ad aver indossato questa maglia dopo la Prima Guerra Mondiale si ricordano gli attaccanti Martinelli (7 presenze e 0 gol) nella stagione ’21-22 e Vonlanthen (42 presenze e 12 gol) fra il 55′ e il ’57.

Il nome più “celebre“, semplicemente perchè incluso nella storia a colori è proprio Ciriaco Sforza, voluto all’Inter da Roy Hodgson (proprio ex c.t. della Svizzera) nel 1996 dopo le esperienze con il Kaiserslautern e il Bayern Monaco e delle ottime apparizioni nel Mondiale ’94 e nell’Europeo ’96, tant’è che i 6 miliardi di lire spesi per il suo acquisto sembravano assolutamente opportuni.

Arriva l’esordio a Udine e gli bastano 10 minuti per segnare il suo primo gol in maglia nerazzurra, un gran tiro che sembrava preludere ad una grande avventura. Un ottimo inizio confermato anche dal gol all’esordio europeo con la rete al Guingamp in Coppa Uefa ma nonostante altre due reti segnate poi al Boavista, l’esperienza milanese diventerà per lui sempre più negativa.

Insomma la sua storia con questi colori si concluderà a fine stagione con in totale 26 presenze e quell’unico gol in campionato all’esordio e quindi fece ritorno al Kaiserslautern con cui conquistò l’anno dopo una storica promozione in Bundesliga. A quest’annata seguì il ritorno anche al Bayern Monaco con cui vinse anche una Champions League pur non giocando la finale che guarda caso si disputò a San Siro.

Il calcio regala sempre strani incroci ed evidentemente era destino che per Ciriaco Sforza non ci fosse gloria in quel di Milano.

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