Inter in crisi? In realtà si respira aria di cambiamento

Battuta d’arresto per l’Inter ad Empoli. Imprevedibile? Niente affatto. Era quasi scontato. Perché?
Almeno per tre buone ragioni. La prima è perché la condizione fisica della squadra di Roberto Mancini non è al meglio. Alcuni giocatori come Hernanes, Vidic, Andreolli, Palacio  devono recuperare e trovare la forma migliore ed il ritmo partita dopo vari infortuni. Altri, come Campagnaro, sono impiegati, gioco-forza, non nella loro posizione ideale e complice l’età non più acerba, faticano in posizioni a grande dispendio di energie nonostante non si risparmino in fatto di grinta. I nuovi arrivati, a causa del poco utilizzo nelle loro precedenti squadre, devono entrare nei meccanismi del tecnico jesino e ritrovare nuovamente il ritmo gara. La seconda ragione è il tempo. Nonostante l’arrivo della nuova guida tecnica abbia portato un vento d’aria fresca con una mentalità diversa, più combattiva ed offensiva, questa sembra faticare un po’ ad entrare appieno nella testa dei calciatori, soprattutto nel metterla in pratica sul terreno di gioco. Complice anche il fatto che nella rosa dell’Inter mancano figure carismatiche e leader trascinatori che possano accelerare tale processo. E se Roma non è stata costruita in un giorno, neppure Mancini, con la sua esperienza, può plasmare e cambiare totalmente una squadra in così breve tempo. La terza ragione, la più scontata è che si tratta dell‘Inter, la pazza Inter. E quando tutto sembra scontato la squadra nerazzurra sorprende, a volte in positivo, altre negativamente.
Nonostante la maggior parte degli addetti ai lavori, dopo la vittoria sul Genoa di Gasperini, si sia affannata a scrivere della facilità del calendario che aspettava l’Inter e di possibili facili vittorie per la squadra, chi conosce la realtà si aspettava tutt’altro.
Allora la situazione è come quando c’era Mazzarri? E’ tutto come prima?
No, è cambiato tutto.
Al termine di un brutto e scialbo pareggio in quel di Empoli, si è capito che nulla è più come prima.
La società non si è minimamente scomposta, nessuna dichiarazione allarmata, solamente Ausilio, forse, ha accelerato il suo lavoro. Nessun fischio e nessun particolare lamento da parte dei tifosi. Il pensiero comune è stato: “Peccato, ma ci poteva stare…“. I giocatori usciti delusi dal campo non erano demoralizzati anzi, erano fiduciosi e bramosi di immediato riscatto. Perché? Perché all’Inter c’è un Top Player come Mancini!
Roberto Mancini al termine della partita è rimasto calmo, non si è fatto scudo accusando qualcuno o cercando scappatoie. Lucidamente ha detto: “Ci vuole tempo, bisogna continuare a lavorare così. In fondo l’importante è dare continuità a risultati utili, anche con un pareggio, le vittorie arriveranno“. Proprio nella giornata più difficile si è ben guardato dal parlare di mercato ed ha dato fiducia ai suoi giocatori spronandoli a crescere anche tatticamente (vedi Kovacic).
Lucidità, razionalità e fiducia.
C’è stata una svolta dalla quale non si torna indietro.
La società è al lavoro a fianco del suo Top Player riponendo in lui la massima fiducia, lui sta lavorando freneticamente su tutti i fronti, i giocatori sono totalmente al fianco del loro tecnico, i tifosi non possono che accodarsi. Thohir sta arrivando. Le vittorie?

 

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