Guarin e Mancini, rinascita o partenza

Di questi tempi, 12 mesi fa, Fredy Guarin era al centro dei giornali per lo scambio con Mirko Vucinic, una mossa azzardata di mercato che di fatto fece infuriare l’ambiente nerazzurro e fu tra le cause del licenziamento di Marco Branca.

Come cambiano le cose in poco tempo, ora Guarin è al centro del progetto di Mancini che lo fa giocare stabilmente e spesso gli cambia la posizione, quasi come al giocatore un ruolo fisso lo annoi.

Contro il Genoa si è visto un Guarin nelle vesti di mediano, capace di accelerazioni pronte a spaccare in due il reparto difensivo rossoblu, ennesima posizione cambiata da quando è all’Inter dove ha già giocato da interno, trequartista e in casi di emergenza anche attaccante.

E’ un Guarin molto più “sveglio” quello che sta giocando sotto l’effetto Mancini, meno abulico dalla manovra come con il predecessore del Mancio, meno svogliato ma pur sempre con pause caratteriali che innervosiscono l’ambiente nerazzurro, vedi gara con la Lazio, però sempre al centro del gioco.

Dopo i fischi con i biancocelesti e la sostituzione con Bonazzoli che ha ispirato il pari per Guarin si è chiuso il 2014 e ha riaperto il nuovo anno con due prestazioni maiuscole contro Juventus e Genoa, sia come mezzala destra sia come mediano ha colpito l’impegno e la cattiveria con cui ha giocato entrambe le partite dove si è rivelato tra i migliori in campo.

In tempi in cui si fanno i nomi di Mario Suarez e Lucas Leiva, Fredy Alejandro Guarin Vazquez resta il mister X dell’Inter, capace di fare e disfare, non più incedibile ma di difficile collocazione, per la gioia o disperazione di chi durante le partite si aspetta di tutto dal talento colombiano.

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