Podolski, il campione gregario

Lukas Podolski probabilmente non ha espresso completamente il suo talento in una carriera lunga, ricca di prestigio ma anche molto tortuosa, ma è sicuramente un ottimo giocatore. Prinz Poldi ha già lasciato il segno nei suoi primi 36′ (recupero escluso) con la maglia dell’Inter.

È entrato al posto di Kuzmanovic in una squadra che con Guarin, Hernanes, Kovacic e Icardi poteva non avere equilibrio ed invece si è reso utile con la sua intelligenza tattica. Lukas è un ex punta di razza predestinata che si è sempre più defilata sulla fascia sinistra e ha saputo diventare duttile, e si è visto.

Subito a cucire il gioco, ad allargare le maglie della Juve, a fare quello che Mancini gli aveva chiesto e quello per cui il tecnico di Jesi lo ha voluto. L’Inter è cresciuta anche grazie al polacco meno polacco di tutti. Podolski non ha incantato, non ha fatto grandi numeri, ma ha dato vivacità e sostanza a una squadra che nel primo tempo era spaesata e lenta.

Se ci aspettiamo elastici, numeri e tanti gol da Podolski, non abbiamo capito che questo è un altro giocatore rispetto a Germania 2006. Se ci aspettiamo un contributo vero, di esperienza, corsa e abitudine alla vittoria, allora abbiamo scelto il giocatore giusto. Perché se Shaqiri incanta, Podolski ti fa vincere le partite.

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