GdS – Susic chiama l’Inter: “Prendetemi”

Non poteva non essere forte. Tino-Sven Susic è cresciuto a pane e calcio. Figlio di Sead, centravanti della Stella Rossa e nipote di zio Safet, straordinario ex giocatore che ha guidato la Bosnia nello scorso mondiale. Lui gioca nell’ Hajduk Spalato di Igor Tudor e a soli 22 anni ha già mostrato un grande talento. “Il mio idolo è Zidane, ma non mi paragono a lui”, ha dichiarato alla Gazzetta dello Sport.

Corteggiato da parecchie squadre in Europa, Susic vuole soltanto una maglia: “Tifo Inter da quando ero bambino, amavo Ronaldo e sognavo di giocare con questa maglia. La Serie A è il mio campionato preferito e Mancini è un grande allenatore. Non posso dire se arriverò a Milano a gennaio a giugno, dipenderà dai miei agenti, ma io spero che sia il prima possibile”.

All’Inter c’è già un croato di grande classe. “Kovacic è un fenomeno, si vedeva già da ragazzino che era troppo forte per il campionato croato e lo dico da giocatore dell’Hajduk (Kovacic giocava nella Dinamo Zagabria, rivale storica)”.

Susic si sente un bosniaco vero: “Sono anche croato e belga e ho giocato nelle nazionali giovanili del Belgio. Mi sento legato a quel paese perché ci ho vissuto fin da quando avevo 1 anno, ma le mie radici sono bosniache e per questo ho scelto la Bosnia”.

Tino è nato due mesi prima della guerra, il 13 febbraio ’92. “Ma non ricordo nulla. In famiglia se ne parla ma non troppo. Sono cose che segnano. Mio padre ha giocato per la Stella Rossa, simbolo del nazionalismo serbo, ma non ha mai avuto problemi a Sarajevo con gli assedianti serbi. Penso che il popolo dei Balcani debba essere più unito. Nel calcio, per esempio, fare un campionato jugoslavo, unendoli tutti, alzerebbe il livello. Ho un ottimo rapporto anche con mio zio Safet. Quando giocava nel Psg andavamo a trovarlo a Parigi. I suoi consigli sono stati fondamentali per la mia carriera”.

Uno zio che lo ha convocato ai Mondiali: “Sì, e fu accusato di nepotismo. Ma io sono abituato alle cattiverie che si dicono. Ho un grande ricordo di quell’esperienza e tutti mi hanno accolto bene in gruppo. E l’esonero dello zio a novembre? Cose che succedono. Adesso mio zio sta bene ed è pronto a ripartire. Tudor? Un allenatore giovane e bravo. Dà consigli e non è un duro. Zdravko Mamic è come Moggi? E’ il numero uno della Dinamo Zagabria, ma io non faccio paragoni. Dico solo che stanno distruggendo il calcio”.

 

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