Momenti da dimenticare nel 2014 – 1° Posto : lo “strano” scambio Vucinic-Guarin

Il buongiorno si vede dal mattino. Un proverbio che mai come quest’anno, sfortunatamente, è stato rispettato in pieno dal destino dei tifosi nerazzurri, che all’alba del 2014 dovettero scendere addirittura in strada, al culmine di un periodo di totale sbandamento.

Nuova dirigenza, nuovo presidente, nuovi giocatori e nuovo anno da buttare via, nel periodo post-triplete. Era la mattina del 20 gennaio, l’Inter era attiva sul mercato alla ricerca spasmodica di un attaccante per puntellare un reparto offensivo spuntato. Nel 3-5-1-1 di Mazzarri, l’unica punta di sicuro affidamento è sempre stata Rodrigo Palacio, ma certamente dal “Trenza” non si potevano pretendere più di 40 partite ai massimi livelli. Ricky Alvarez adattato a seconda punta lasciava molto a desiderare, Milito infortunato, Icardi ancora troppo acerbo e Ruben Botta troppo spesso rilegato in panchina. Questo il parco attaccanti della squadra nerazzurra. Tante le opportunità sul mercato per prendere una punta che potesse almeno sostituire Palacio, ma questo non avvenne.

Ritornando a quella mattina del 20 gennaio una notizia battuta dalle agenzie scuote il mondo nerazzurro intorno alle ore 12, quando si annunciava in via ufficiosa l’arrivo di Vucinic a Milano e il trasferimento di Guarin a Torino sponda Juventus.

Fu allora il pieno caos. Vucinic in quel periodo aveva accumulato alla Juve più panchina che minuti di gioco, al tramonto di una dignitosa carriera, mentre Guarin era l’uomo di spicco di una scialba rosa nerazzurra, il protagonista della rinascita nell’era Stramaccioni e uno dei fautori della vittoria allo “Juventus Stadium” proprio contro l’odiata rivale. Uno scambio apparso sin dal primo momento, irrisorio verso la tifoseria, ed irridente verso la società nerazzurra, presa in giro sul web e sulla carta stampata, anche dai tabloid inglesi. Fortunatamente la Curva Nord nerazzurra si impegnò fino in fondo per bloccare la trattativa e una settimana dopo, prima durante e dopo la sfida di campionato interna contro il Catania, la rivolta nerazzurra culminò con una grandissima protesta fuori e dentro lo stadio, con striscioni esposti soprattutto contro gli uomini di mercato dell’Inter Branca e l’ex dirigente juventino, ora interista, Marco Fassone.

A fomentare la protesta ci pensò lo 0-0 contro un Catania ultimo in classifica che rischiò addirittura di sfiorare l’impresa a San Siro.

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