Il 2014 di Javier Zanetti: da capitano a vicepresidente, una “storia infinita, che dura una vita”

“Zanetti sarà vicepresidente per due anni ed il consiglio ha deciso per il ritiro della maglia numero 4.” Una delle notizie più belle in oltre 100 anni di storia per i tifosi nerazzurri, arriva dal nuovo presidente Thohir, immediatamente conquistato dal capitano. Il club nerazzurro non rinuncia alle sue bandiere. Se la Juve costringe Alex Del Piero ad emigrare in Australia ed il Milan lascia Paolo Maldini nell’oblio, Thohir e Moratti nominano Javier Zanetti vicepresidente. E’ questa la differenza tra una società di calcio e una famiglia! Il numero 4 nerazzurro, in qualità di neo vicepresidente ha subito espresso la gioia di essere investito di questa importante carica e l’amore per i colori nerazzurri: “Ringrazio Thohir e Moratti. Hanno avuto fiducia in me, questo mi riempie d’orgoglio. Ho sempre rispettato in questi anni di carriera i ruoli e, forse, grazie a questo ho avuto l’occasione di ricoprire anche cariche societarie.” Anche in vesti più formali, Pupi ha dichiarato di continuare ad allenarsi, senza negare che assistere agli allenamenti gli susciti un po’ di nostalgia. Lui quella maglia l’ha amata, rispettata, onorata e portata sul tetto d’Europa e del mondo. Come dimenticare la sue lunghe falcate sulla fascia destra? Come dimenticare il suo carattere carismatico e sempre rispettoso dell’avversario? E come dimenticare l’enorme affetto, totalmente ricambiato, per i suoi tifosi? “Cercherò di far capire cosa significa indossare la maglia dell’Inter e quale onore sia. I nostri tifosi meritano il massimo”. In realtà, Massimo Moratti aveva pensato a lui come presidente dell’Inter, ma il ruolo di vicepresidente è prestigioso ed “un uomo come Javier sicuramente farà bene anche in quella posizione, perché ha la testa per farsi apprezzare”. E l’ex presidente onorario aveva ragione. Dal campo alla scrivania, professionalità e abnegazione non cambiano. Javier Zanetti, dato in uscita dopo l’addio di Moratti, è rimasto fedele alla squadra nella quale è cresciuto calcisticamente ed umanamente. Le sue parole non possono che restare nella storia del club nerazzurro ed innalzarlo ad ambasciatore dell’Inter nel mondo e, dopo l’addio di Moratti, unica vera bandiera della società: “La cosa più importante è che tutti dobbiamo pensare al bene di quella bellissima maglia, ha tanta gloria e tanta storia dietro. Va rispettata e noi dobbiamo rimanere tutti uniti e far sì che l’Inter sia la società che tutti i tifosi vogliono. Cosa farà Moratti? Per me lui è come un padre, è una persona che stimo e rispetto tantissimo. Farà sempre parte dell’Inter”. Gli uomini passano, l’Inter resta. Ma Zanetti non passa. D’altronde, quale tifoso non ha mai esclamato “Zanetti non è umano!”

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