GdS – Mancini: “Che bello il bicchiere di vino con Ferguson. Perché di nuovo all’Inter? Perché.. è l’Inter!”

Ecco la terza ed ultima parte dell’intervista che Mancini ha rilasciato a La Gazzetta dello Sport.

Il suo primo discorso alla squadra: «Voi contate quanto me».
«Ho detto ”voi contate più di me”: ed è così».

Serve la scintilla. La sua quando è arrivata?
«In Premier. Lì si vive il calcio bene, come si dovrebbe. Che tu perda o vinca la gente ti applaude e tu vai a bere del vino col tecnico rivale».

Il più bel bicchiere di vino con chi l’ha preso?
«Con Alex Ferguson. Vincemmo all’Old Trafford 6­1. Era molto arrabbiato, nel suo libro la ricorda come la peggior sconfitta in carriera, ma Alex aveva sempre vini buoni da offrirti. Quel giorno fu particolarmente buono».

Quanto è stato vicino, in estate, alla Nazionale?

«Non era una priorità, semmai è vero che avrei potuto aspettare altri club, tipo in Francia. Ho avuto zero segnali per la Nazionale, davvero».

Si può dire che lascerà questa Inter solo per la Nazionale?
«Non lo so, nel calcio spesso succedono cose inattese. Io non pensavo nemmeno di essere qui e invece sono tornato a Milano, dieci anni dopo. Ed è stato come ritrovare un affetto, casa. Detto questo, se in futuro dovesse arrivare l’azzurro, sarebbe un onore».

Quei giorni in cui dal martedì 11 novembre c’era un suo nì a giovedì 13 quando ha detto sì, cos’è successo? Che ore sono state?
«Momenti belli, intensi, il martedì avevo detto “ne parliamo”, poi ho detto sì. Si è svolto tutto in tre giorni, ma mi è parso un mese: ore lunghissime, non passavano mai, ma belle».

Sarà più facile per Mancini arrivare in Champions o per Matteo Renzi in generale?
«Per me, per me…».

Ma cosa le ha promesso Thohir per farle dire quel sì?
«La prima cosa che mi hanno detto è stata: “Guarda che non abbiamo una lira, ma ti vogliamo”. Io? Io non c’ho creduto, al fatto delle… lire, è ho detto di sì: perché l’affetto che mi lega a quest’ambiente è forte, perchél’idea di affrontare una cosa difficile mi ha esaltato e perché quando arriva l’Inter, beh. è l’Inter».

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