Icardi non è Vieri, Kovacic non è Stankovic: Mancini, c’è da lavorare

Ieri sera l’Inter ha dato prova della mancanza di carattere, elemento che contraddistingueva invece la squadra nerazzurra ai tempi del “primo” Mancini, capace di imprese quali rimontare negli ultimi sei minuti contro la Samp, passando da 0-2 a 3-2, oppure pareggiare contro la Juventus dopo essere stati sotto per 0-2.

La mancanza di carattere, certo, ma anche la rosa non è di certo la stessa. Partiamo dall’attaccante: Mauro Icardi. Ieri ha segnato, arrivando ad otto gol in campionato, ma analizzando i suoi numeri si può notare come l’attaccante argentino non sia costante. Il numero nove dell’Inter ha realizzato 7 gol in 7 partite a San Siro, segnando fuori casa solo contro il Cesena; inoltre, dei 7 gol segnati a Milano, 3 sono stati siglati in una sola partita (quella contro il Sassuolo). La punta di Mancini ha ancora molto da imparare, soprattutto nell’essere più presente all’interno della manovra, giocando di sponda quando serve e facendo così salire la squadra. “Maurito” non è ancora ai livelli che molti attendono, gli si chiede maggiore costanza anche nelle prestazioni oltre che nelle reti. Ma Mancini avrà capito che dinanzi non ha di certo Vieri, che nella sua prima esperienza all’Inter gli risolse più di una partita. Le caratteristiche fisiche sono più o meno le medesime, ma c’è ancora da lavorare.

Se Icardi non è Vieri, di certo Kovacic non è Stankovic: entrambi hanno giocato sulla trequarti interista, ma il croato ha meno fisicità del serbo e meno tempo di inserimento, anche se ha sicuramente più tecnica. Nonostante abbia a disposizione un estro innato e nonostante stia migliarndo quest’anno nell’inserirsi in fase offensiva, il numero 10 interista è ancora acerbo e non riesce a risultare decisivo, a differenza di chi in quella zona del campo ci giocava quando dieci anni fa sulla panchina dell’Inter si sedeva il tecnico jesino.

Mancini avrà ormai capito che alla sua seconda esperienza interista la rosa non è al livello di quella della prima parentesi nerazzurra. C’è tanto da lavorare, per far migliorare chi ha delle buone basi, ma soprattutto per far uscire il carattere e la forza che permettono di vincere le partite.

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