In attesa di avere il fondamentale riscontro sul campo già a partire dalla sfida di stasera contro l’Udinese, La Gazzetta dello Sport analizza quelle che fino a questo momento sono le novità già apportate da Roberto Mancini a 23 giorni dal suo ritorno sulla panchina nerazzurra.
Modifica più evidente è quella tattica che ha visto subito abbandonato il 3-5-2 di Mazzarri con un ritorno alla difesa a quattro che ha avuto come conseguenza la retrocessione di Vidic alla panchina (anche se il serbo non è al meglio per problemi fisici, a sua discolpa) e, in attesa di vedere accontentate le proprie richieste nel mercato di gennaio, un utilizzo nuovo dei centrocampisti con ad esempio Guarin rivalutato come mezzala. Il tecnico chiede a tutti i componenti della rosa una maggiore predisposizione a occupare ruoli diversi per risultare tutti congeniali ai vari moduli da lui utilizzati nelle diverse partite anche se ciò può creare confusione almeno in un primo momento.
L’ex allenatore di City e Galatasaray ha fin dal primo giorno lavorato tantissimo sulla tanto discussa mentalità vincente che all’Inter manca da anni e che può essere davvero il vero trampolino di lancio per ripartire in questo processo di ricrescita. Questo nuovo atteggiamento va messo sul campo puntando a ottenere i tre punti su ogni campo e contro ogni avversario, dimostrandosi talvolta sfrontati nel tentativo di imporre il proprio gioco spesso verticale e ben più rapido rispetto a quello della precedente gestione. Anche le sostituzioni fatte durante le partite aiutano a capire questo nuovo approccio più offensivo con cui spesso si resta fino al 90′ con due o tre attaccanti, sicuramente più coinvolti anche nella manovra.
Inoltre, aspetto da non sottovalutare, è tornata la serenità nell’ambiente che in un contesto come quello interista è importante come l’ossigeno per impostare un qualsiasi tipo di progetto. Basti pensare che Javier Zanetti è tornato come figura presente a bordo campo mentre non c’era molto feeling con lo staff di Mazzarri e per i tifosi è essenziale percepire la presenza di pilastri come il Capitano per dare sostegno alla squadra.
Infinte ultimo spunto da considerare è il tipo di allenamento effettuato in settimana con un lavoro molto più legato al pallone vista l’impossibilità per Roberto Mancini di rinunciare a quello strumento attraverso cui ha ottenuto tanti successi durante la sua carriera sia da giocatore che da allenatore, nella speranza di poterne ottenere di nuovi anche in questa Inter.