Gds – Il ritorno di Stankovic, il drago nerazzurro

Non sarà la solita partita. Questa sera, a San Siro, andrà in scena qualcosa di speciale. Perché sulla panchina dell’Udinese che sfida l’Inter, siederanno due signori che il mondo nerazzurro lo conoscono bene. Uno è Andrea Stramaccioni, di cui si è già detto in questi giorni: arrivato in prima squadra dopo i trionfi con la primavera, fu cacciato dopo un anno disastroso. Visto quanto fatto da Mazzarri, e soprattutto ciò che ora il tecnico romano sta facendo in Friuli, alcuni tifosi lo hanno rimpianto.

Accanto a lui, il suo vice. Dejan Stankovic, semplicemente il Drago. Un uomo, prima che un giocatore, che i tifosi dell’Inter non scorderanno mai. Deki ha trascorso dieci stagioni a Milano, e ha lasciato un’impronta indelebile in uno dei periodi più belli della storia nerazzurra. Perché Stankovic, come Zanetti, Cambiasso e pochi altri, ha vissuto una vera e propria “Divina commedia” calcistica all’ombra della madonnina. Dall’inferno del “non vincete mai“, al paradiso, che per tutti i cuori nerazzurri ha delle coordinate ben precise: Madrid, 22 maggio 2010. Nel mezzo, gli anni migliori di uno dei centrocampisti più forti che la Serie A abbia potuto ammirare nel terzo millennio. Grinta da vendere, un cuore grande così, e ogni tanto dei gol che sfidavano le leggi della fisica.

Di un giocatore così, non puoi che innamorarti. Per questo a San Siro, il 10 febbraio 2013, la partita dei nerazzurri col Chievo passò in secondo piano. Era l’ultima del Drago, e non ci fu un solo tifoso che rimase seduto mentre Dejan li salutava. Con il fisico logorato dalle mille battaglie, ma lo stesso sguardo da duro che non lo ha mai abbandonato, neanche nei momenti più difficili, dove le partite si giocavano fuori dal campo contro quel tendine che non lo ha mai lasciato tranquillo. Stankovic ritrova l’Inter e San Siro, e ritrova l’amico Mancini, che da avversario non lo ha mai battuto. E chissà che un giorno non tornerà di nuovo, magari come vice del Mancio, su quel prato verde dove ha lasciato il cuore.

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