Due punte, sei punti

Non eravamo più abituati. Assuefatti alla mediocrità in cui sembravamo versare irrimediabilmente negli ultimi mesi, assistere a due successi nel giro di una settimana ci ha conferito la stessa ebrezza che prova l’indigente che improvvisamente fa jackpot.

Se la vittoria col Sassuolo era sembrata la classica rondine che in un gelido inverno non può fare primavera, la fortunata trasferta fiorentina regala qualche speranza in più. L’Inter vince meritando e mostrando un calcio a tratti piacevole a casa di una squadra che fa del bel gioco non solo un vanto ma anche un utile strumento di supremazia. Ha aiutato di certo la pessima prestazione dei viola, condizionati fisicamente e psicologicamente dagli impegni di coppa e schierati in campo alla rinfusa da un insolitamente accorto Montella.

Ma si sono visti segnali positivi da tutti i reparti nerazzurri schierati davanti ad Handanovic, uno che nel giro di un anno ha riscritto una versione più fantasiosa de “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”. Non è un caso che il ritorno al successo coincida col ritorno a livelli eccelsi di Walter Samuel, uno dei pochi che dovrebbe essere escluso dal processo di epurazione garbata dei “vecchi”. Il muro argentino è un esempio di professionalità capace di decidere le partite su due lati del campo, tanto con un’incornata su calcio d’angolo quanto con una leadership difensiva silenziosa ma accorta di cui due istintivi come Rolando e Juan Jesus (ed eventualmente anche Campagnaro e Ranocchia) non possono che beneficiare.

L’innesto di Hernanes ha senza dubbio elevato la caratura del centrocampo. Paradossalmente l’estroso brasiliano sta difettando in qualità ma sta assicurando continuità e quantità che, associate al rendimento in ascesa del ritrovato Guarin e magari al recupero di talenti più freschi e giovani, possono fare della mediana nerazzurra una delle migliori a livello nazionale. Se poi anche l’usualmente impalpabile Kuzmanovic trova il modo di spezzare il ritmo della manovra avversaria con l’interdizione che il suo ruolo esige, diventa più facile per gli esterni catapultarsi nella metà campo avversaria, come spesso è accaduto a Jonathan e Nagatomo a Firenze, in attesa dell’integrazione dell’altro nuovo acquisto D’Ambrosio.

Ma la differenza al “Franchi” l’ha fatta l’attacco. Mentre Montella si è spinto in un’interpretazione fin troppo radicale del “mazzarrismo” recente, schierando una squadra senza centravanti, il tecnico di San Vincenzo è parso rinsavito e finalmente (!) convinto che questa squadra non può prescindere dalle due punte, a prescindere da quale possa essere il partner di Palacio, non a caso tornato al gol. Al momento più che su Milito, in ripresa ma ancora troppo impreciso sui suggerimenti del connazionale, parrebbe il caso di puntare su Icardi, decisivo a Firenze non solo con la rete ma anche con la sua capacità di tenere palla ed attaccare gli spazi, che dona alla squadra una dimensione che nessun altro è capace di dare.

Due punte, sei punti. Così sembra più facile.

 

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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