Strama: “E’ stato un anno difficile, ma non è tutto da buttare. Under 21? No, il mio futuro…”

Stramaccioni conferenza San SiroTanti i temi toccati da Andrea Stramaccioni nella conferenza stampa post Inter-Udinese. Eccola in versione integrale:

Avevi detto che in questa stagione avresti dovuto fare esperienza alla velocità della luce. Di sicuro adesso puoi sostenere di averne viste di tutti i colori…

“Sì, ovviamente per me è stato un anno difficile, ma ho sempre cercato di dare tutto quel poco che so fare. La partita contro l’Udinese è l’emblema di un periodo per noi difficilissimo. Non è un commento che avrei voluto fare, ma non vedevamo l’ora di poter girare pagina, senza disperdere le cose buone che abbiamo dentro casa. Parlo soprattutto di alcuni giocatori e di alcune operazioni che non devono essere travolte da un giudizio di negatività, come alle volte può succedere nel calcio. Dobbiamo essere bravi a proteggere le cose positive da cui ripartire. L’errore più grande sarebbe buttare tutto nel secchio e rischiare realmente di aver perso un anno nella costruzione di qualcosa”.

Anche nel 2006 ci fu una situazione simile, con Mancini che disse al Presidente: ‘Se mi tiene non se ne pentirà…’. Ti senti di dire qualcosa di simile?

“Quello che dovevo dire al Presidente l’ho detto durante tutto l’anno perchè parliamo almeno una volta al giorno. Anche ieri sera, pur non essendo al 100%, Moratti è venuto ad Appiano per stare vicino a me e alla squadra. Sa quello che penso io e io so quello che pensa lui. In ogni caso il Presidente è sovrano e di progetti deve parlare sempre e solo Massimo Moratti”.

Hai sempre difeso i giocatori dicendo che hanno dato tutto. Ti senti di dire lo stesso dopo Inter-Udinese?

“Abbiamo commesso due gravi errori sui primi due gol, poi abbiamo avuto una buona reazione fino allo splendido gol di Di Natale. E’ una partita in cui abbiamo toccato 16 indisponibili, di cui 5 difensori centrali. Non è facile giudicare, considerando poi che la gara si è messa nel modo migliore per l’Udinese, che ha potuto esaltare le proprie caratteristiche in ripartenza”.

Hai qualcosa da rimproverarti, qualcosa che non rifaresti?

“E’ normale che ci siano cose che avrei potuto fare meglio, ne ho parlato anche con il Presidente. C’è stato sicuramente un concorso di situazioni in questa seconda parte di stagione, ma non ci tiriamo indietro. O almeno, io non l’ho mai fatto e non lo farò mai”.

In un periodo molto breve hai acquistato grande credibilità. Senti che questa credibilità sia venuta meno?

“Quando i giudizi erano gonfiati ero il primo a dire che il giudizio su un allenatore è qualcosa di complicato. Credo di aver messo tutto quel poco che so fare a disposizione di questo gruppo. Nell’ultima parte di stagione abbiamo avuto situazioni difficili da gestire, soprattutto dal punto di vista tattico. Il problema più grande è stato ritrovarsi di colpo senza tutti quegli attaccanti che erano stati la nostra forza nella prima parte di stagione”.

Hai sentito Moratti dopo la partita?

“Moratti non l’ho sentito perchè non ho ancora avuto modo di accendere il cellulare. L’avevo sentito prima di venire a San Siro”.

Secondo quanto riporta un’agenzia avresti detto: ‘Conosco il mio futuro, ma gli annunci li fa Moratti’. Confermi?

“Ho detto che so cosa pensa il Presidente del futuro. Ma parlo dell’Inter in generale, non solo della mia posizione. So cosa ci siamo detti in questi giorni, ma è giusto che sia lui a fare qualsiasi tipo di dichiarazione”.

Dopo una partita come questa pensi di avere le idee più chiare sui giocatori che non sono più da Inter?

“La gara di stasera è difficile da giudicare e i giudizi non devono essere spostati in base a questi novanta minuti. La società ha le idee chiare su come ricostruire. Il dato innegabile è quello numerico: un’Inter che non fa l’Europa non potrà avere una rosa di 28-30 giocatori come quest’anno”.

Si dice che potresti essere l’allenatore perfetto per l’Under 21. E’ un’ipotesi percorribile?

“Io mi vedo sulla panchina dell’Inter. Mister Sacchi sa come la penso e già un anno fa provò a offrirmi la panchina di una nazionale giovanile. Io fui lusingato, lo ringrazio e lo ringrazierò sempre, ma gli ho spiegato che a me piace allenare una squadra che si allena tutti i giorni e gioca tutte le domeniche, perchè vivo di campo”.

Temi di avere una spada di Damocle che pende sopra la tua testa in vista della prossima stagione?

“Se il mio carattere fosse di paura o poca personalità, avrei mollato già dai preliminari di Europa League. Ho grande convinzione, forza e voglia di riuscire a dimostrare quello che non sono riuscito a dimostrare quest’anno. Abbiamo ricevuto tante critiche, alcune giuste altre meno giuste. Siamo arrivati noni in una stagione drammatica, ma siamo rimasti sempre uniti e da parte dei giocatori c’è stato sempre grande impegno. Questo può essere un segnale di quanto i giocatori abbiano voglia di ribaltare i giudizi. Io sogno di mettere in campo per i tifosi e per il presidente le stesse cose che abbiamo mostrato fino a Natale. E’ naturale che adesso ci sia scetticismo, ma io ci credo. Quando alleni l’Inter è normale avere una spada di Damocle sopra la propria testa”.

 

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