Amarcord Zanetti: “Ero sconosciuto, Moratti ha scommesso su di me. Mou è un grande e la Champions 2010…”

Zanetti MourinhoDurante la puntata di “Undici”, trasmessa ieri sera su Italia 2, Javier Zanetti è stato protagonista di una bella intervista fotografica che ha messo il capitano nerazzurro di fronte ad alcuni momenti indimenticabili (nel bene e nel male) della sua carriera.

Tra le tante immagini, non si può tralasciare la foto della sua presentazione ufficiale, alla “Terrazza Martini”, nel luglio di 18 anni fa, insieme al connazionale Rambert: “Lui era il vero acquisto, quello forte. Era il capocannoniere dell’Argentina – spiega Zanetti -. Io ero sconosciuto, per Moratti è stata una scommessa. All’epoca non avrei mai immaginato di trovarmi ancora qui. Diciotto anni di grande orgoglio, non smetterò mai di ringraziarlo.

Si passa poi al primo trofeo, la Coppa Uefa vinta nel 1998 al “Parco dei Principi” di Parigi: “Fu la mia prima vittoria in campo europeo. Ricordo una grande serata con la felicità di fare un gol e con l’orgoglio di vedere mio padre piangere con me“.

Nello stesso anno, il famoso scontro tra Ronaldo e Iuliano, che permette di riallacciarsi alle polemiche di Calciopoli: Ricordo quegli anni con grande tristezza. Due grandi società che lottavano per un obiettivo. Quella è stata una partita per noi molto triste, ma ormai fa parte del passato ed è inutile commentare.

Un altro momento doloroso, il 5 maggio 2002, con lo scudetto sfuggito all’ultima giornata: E’ stato uno dei giorni più tristi della mia esperienza di vita. Sembrava tutto fatto. Siamo arrivati a quella partita troppo tardi, avremmo potuto vincere prima. Siamo arrivati a quel momento lì con le uniche forze che ci erano rimaste e non sono bastate. Rimane una grande amarezza per noi e per tutti gli interisti”.

Amarezza mitigata dalla splendida cavalcata del 2010, conclusasi con la conquista della Champions League: “Uno dei momenti più belli, inseguivo quella coppa da tantissimo tempo e essere Capitano di quella squadra e alzare quel trofeo per me significava tantissimo. Un momento così rimarrà per sempre nei nostri cuori”.

Uno dei protagonisti di quella annata indimenticabile è senza alcun dubbio José Mourinho: Un grande. Che ha di particolare? Semplicemente, lui è avanti. È un allenatore molto preparato, studia le partite come pochi allenatori ed è vincente. Prima della finale di Madrid ci disse che eravamo arrivati fin lì e ci mancava solo quello per scrivere la grande storia dell’Inter. Farà sempre parte della grande famiglia nerazzurra.

Si chiude poi con una rapida rassegna degli allenatori del passato e del presente: Mancini ci ha riportato a vincere, è un grande allenatore. Stramaccioni mi lascia in panchina ogni tanto? È giusto sia così. Io ho sempre detto a ogni allenatore che io ero uno dei tanti a disposizione e che sarei entrato in campo solo se ero nelle condizioni di aiutare la mia squadra e dare il mio contributo. Lippi? Tanta speranze di poter fare una grande squadra, ma alla fine non siamo riusciti ad andare bene. Benitez? Non abbiamo legato. Cuper? Una grandissimo allenatore, meritava forse qualcosa in più”.

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