2012 Review – La furia nerazzurra si abbatte sul Milan. Strama conquista il suo primo derby

Inter-Milan 4-2 tabellone San SiroChapeau. Davanti a una prestazione di questo calibro non si può far altro che alzarsi in piedi e applaudire. E’ stata la classica serata perfetta, in cui gli uomini di Stramaccioni sono stati più forti dell’avversario e di alcune decisioni arbitrali a dir poco discutibili, mostrando grinta, carattere e un’incredibile voglia di vincere.

Le pessime prestazioni fornite contro avversari modesti come Lecce, Novara e Bologna, le pesanti sconfitte come quella patita all’Olimpico con la Roma o le cocenti delusioni come l’eliminazione dalla Champions per mano di un Marsiglia tutt’altro che imbattibile sono sembrate essere un lontano ricordo, cancellate in 90 minuti dal furore agonistico di Zanetti e compagni.

Per il suo primo derby tra i professionisti, Stramaccioni opta per un 4-3-2-1, con Guarìn a centrocampo e la fantasia di Alvarez e Sneijder a sostegno di Milito; Allegri, dal canto suo, deve rinunciare a Thiago Silva e schiera Yepes in coppia con Nesta in difesa, mentre in avanti Robinho e Ibrahimovic sono supportati da Boateng.

L’Inter deve ottenere 6 punti tra derby e trasferta in casa della Lazio per conquistare un insperato piazzamento Champions, mentre il Milan per continuare a coltivare il sogno scudetto deve vincere la stracittadina milanese e sperare in un passo falso della Juventus, impegnata sul neutro di Trieste contro il Cagliari; con queste premesse l’arbitro Rizzoli fischia l’inizio del match che vede l’impeto dei nerazzurri abbattersi sui malcapitati cugini: dopo 14 minuti Milito è lesto a raccogliere una sponda aerea di Samuel e a battere Abbiati, regalando al popolo interista la prima gioia della serata.

300 secondi più tardi, Lucio si vede annullare una rete per offside, mentre alla mezz’ora si verifica il primo episodio dubbio del match: il colpo di testa di Cambiasso varca la linea di porta prima che l’estremo difensore rossonero possa respingere, ma né il direttore di gara né il suo collaboratore ravvisano il gol, nonostante le veementi proteste nerazzurre.

Proprio mentre il primo tempo sta andando in archivio con un meritato vantaggio interista, l’arbitro Rizzoli si rende protagonista di una topica macroscopica, concedendo un rigore per fallo su Boateng da parte di Julio Cesar, il quale invece prende chiaramente il pallone; dagli undici metri Ibra realizza tra i fischi della San Siro nerazzurra.

La ripresa inizia ancora nel segno dello svedese del Milan, il quale, dopo un solo minuto, salta Maicon e Lucio e batte Julio Cesar con un preciso tocco sotto. La reazione dell’Inter è veemente e al 7’ Abate strattona in area Milito inducendo Rizzoli a concedere il rigore e ad ammonire il difensore rossonero; lo stesso numero 22 nerazzurro si presenta dal dischetto e batte Amelia, subentrato nel finale della prima frazione al posto dell’infortunato Abbiati.

La partita si mantiene vibrante e incerta, fino a quando Stramaccioni gioca la carta Pazzini al posto di Alvarez: il centravanti di Pescia si procura il terzo penalty della serata, in quanto il suo colpo di testa viene “stoppato” con le mani da Nesta; Diego Milito si conferma una volta di più uomo derby, battendo ancora Amelia e firmando la sua personalissima tripletta.

I cambi di Allegri non sortiscono effetti e prima della fine del match c’è tempo per due grandi emozioni: a 5 minuti dalla fine il pubblico del Meazza tributa un’ovazione per l’ingresso in campo di Cordoba, alla sua ultima partita nello stato che lo ha accolto dal 2000 e sui titoli di coda del’incontro Maicon regala al popolo interista una prodezza balistica da antologia con un destro da lontano che s’insacca all’incrocio dei pali.

E’ il trionfo dell’Inter di Stramaccioni, sempre più beniamino della Milano nerazzurra e che, con serietà e idee chiare si è conquistato tutto l’apprezzamento del presidente Moratti e dello staff dirigenziale.

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