Silvestre, cuore nerazzurro: “Anche il Milan su di me? Ho sempre sperato nell’Inter, non avevo altro in testa”

Perso Lucio, uno dei pilastri del “muro di Madrid”, l’Inter è pronta ad accogliere un altro baluardo della difesa che, insieme a Samuel, costituirà un nuovo muro tutto argentino. A Milano, infatti, è sbarcato Matias Silvestre, allievo del numero 25 nerazzurro ai tempi del Boca Juniors: “Io avevo 16 anni ed ero stato papena inserito nella rosa di prima squadra – spiega l’ex rosanero ai microfoni della Gazzetta dello Sport – quindi con lui non ho mai giocato, ma è sempre stato un mio desiderio. Perciò ora posso coronare un sogno da adolescente, fare davvero coppia con lui”.

Non è l’unico argentino della rosa…

“Beh, se è per questo c’è l’imbarazzo della scelta. Con Rodrigo Palacio ho giocato nel Boca ed è un mio caro amico. In queste settimane mi ha tempestato di messaggini, pregandomi di non andare al Milan. Lui è stato carino e io di parola: non vedo l’ora di abbracciarlo. Ma un po’ tutti gli argentini saranno per me un punto di riferimento”.

A cominciare dal capitano…

“Certo. Zanetti è stato sempre un esempio per me, sin da quando ero al Boca. Figuriamoci ora. Qui potrò avvalermi dei suoi consigli di persona. Una fortuna che non avrei potuto immaginare sino a un anno fa”.

Il Milan aveva puntato su di lei se avesse ceduto Thiago Silva. Cosa dice?

“Non può che onorarmi un simile paragone. Però, devo essere sincero, io avevo altro in testa. In questi due mesi ho lasciato carta bianca al mio agente Pablo Cosentino nella trattativa, anche se ho sempre tifato per la soluzione nerazzurra. Mi attira da tempo l’idea di vestire questa maglia. In questi anni le imprese del Triplete mi hanno entusiasmato e fare la mia parte nel nuovo ciclo mi riempie d’orgoglio”.

Prende il posto di un big come Lucio…

“Non è poco. La carriera di Lucio parla da sola. Anche a me piace uscire palla al piede dall’area di rigore, ma state tranquilli: non esagero. So bene che dovrò lavorare per meritarmi il posto in squadra. E il mio primo obiettivo è proprio questo”.

Lei non nasce difensore…

“Infatti da ragazzo ero centrocampista e il mio idolo era Redondo. Poi Basile mi arretrò e ora lo ringrazio. Ormai da centrale di difesa credo d’aver fatto l’esperienza giusta per affrontare la tesi di laurea all’Inter”.

Anche Ranocchia rivendica il posto da titolare…

“Ha grandi qualità, non le scopro io. Mi giocherò le mie carte, sapendo che a questi livelli non esistono titolari e riserve”.

Nel Boca Juniors ha vinto tanto…

“E’ stata un’esperienza incredibile. Carlos Bianchi mi ha valorizzato e da quel glorioso club sono passati tanti giocatori di qualità. Tutte esperienze che ora mi tornano utili. Anche questa nuova Inter mi dà tanta fiducia. Con l’entusiasmo dei nuovi e l’appoggio del nucleo storico si può davvero aprire un bel ciclo”.

Difensore con il vizio del gol: qual è il segreto?

“Sì, in carriera ho fatto tanti gol, ma non vorrei che si facesse confusione. L’importante è difendere bene, poi si può attaccare. Vado avanti sui calci piazzati e di testa me la cavo”.

Come allena questo suo colpo?

“A dire il vero ho imparato bene da ragazzino. Al Club Parque, la società satellite del Boca, da dove sono passati anche campioni come Cambiasso e Tevez. Lì c’era un attrezzo speciale, un pallone legato ad una sbarra, e lì mi sono abituato a colpirlo in movimento. Una palestra con tantissime testate che negli anni mi hanno dato un ottimo tempismo. Il segreto nel gioco aereo”.

Proprio come Samuel…

“E’ uno specialista pure in questo, da lui posso solo imparare anche se abbiamo caratteristiche molto diverse”.

E di Milito che cosa dice?

“Tutto il bene possibile. L’ho affrontato tante volte ed è sempre stata una sofferenza. Con lui davanti il gol è assicurato”.

Ci spiega quali sono le sue origini grazie alle quali ha ottenuto il passaporto italiano?

“La famiglia di mia mamma è originaria di Castano Primo, in provincia di Milano e non lontano da Appiano Gentile. Conto di andarci al più presto. Sono curioso di scoprire se ci sono ancora miei parenti diretti. So, ad esempio, che il sindaco si chiama Franco Rudoni e ha lo stesso cognome di mia madre. Era destino che arrivassi da queste parti”.

Per non farsi mancare nulla, si è appena sposato…

“E’ un momento bellissimo della mia vita. Due settimane fa c’è stato il matrimonio con Lucia dopo dieci anni di fidanzamento e siamo appena tornati dal viaggio di nozze a Dubai. C’eravamo conosciuti sui banchi di scuola, ora metteremo su casa a Milano. Non so ancora se in centro o fuori città. Vediamo dove, dopo il ritiro la sceglieremo. Anche lei è di origini italiane: il suo cognome è Farina ed è originaria di Salerno”.

Prandelli ha pensato di convocarla per l’Europeo…

“Ho letto le notizie sui giornali e ciò non può che farmi piacere. Il mio primo obiettivo è di conquistarmi un posto nell’Inter, ma se questo può aiutarmi a convincere anche Prandelli…”.

Ma si è fatta sentire anche la nazionale argentina?

“A dire il vero nelle scorse settimane mi ha chiamato Sabella, il c.t. argentino, per sapere che intenzioni ho. Forse anche lui ha letto dell’interesse azzurro.Ma è presto per affrontare questo argomento. Io ho in testa solo l’Inter. E’ l’occasione della mia vita e voglio giocarmela al meglio”.

Anche le esperienze a Catania e Palermo sono state importanti…

“Senza dubbio. Ho imparato a conoscere le difficoltà del campionato italiano e sono stato bene in entrambe le città. Colgo l’occasione per ringraziare. Soprattutto il presidente Zamparini ha capito che per me era un’occasione irrinunciabile”.

Fonte: Gazzetta dello Sport

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