Non vi azZARdATE

Un punto nelle prime tre giornate di campionato, cinquantadue punti a quattro giornate dalla fine, dodici sconfitte, +4 di differenza reti.

La squadra a cui si riferiscono questi “brillanti” numeri è a tre punti della Champions League. Il motivo non lo conosciamo. O almeno possiamo solo immaginarlo. Ma lasciamo che a spiegarcelo sia uno dei tanti saggi sostenitori del teorema in base al quale le squadre di Mancini e Mourinho vincevano solo in un regime di non-competitività.

Ancora una volta 4-3-3, ma stavolta senza gli improponibili Zarate e Forlan per lasciar spazio a Sneijder, per una volta ricordatosi di schiacciare il tasto ON prima di entrare in campo, e Alvarez, tanto sgraziato quanto efficace dopo una stagione da manifesto della fumosità. Ancora una volta solo panchina per Poli, sostituito per la prima volta più che degnamente da un sempre più tonico Guarin, con cui dovrebbe far reparto l’anno prossimo, si spera. Ancora una volta niente Samuel, ma finalmente mette piede in campo Ranocchia che fa il veterano di fianco a un Lucio arruffone. Per la prima volta, pur senza eccellere, la squadra è tatticamente sensata e mentalmente focalizzata sull’incontro per tutti i novanta minuti.

Il lavoro di Stramaccioni è ottimo, è innegabile. Undici punti in cinque partite rappresentano manna dal cielo nella tragicomica stagione nerazzurra. Ma le ultime ottime giornate della stagione non possono bastare come palliativo dopo un’annata di sofferenza. Ma nessuno si azzardi a sfruttare un gol di Zarate per giustificarne il riscatto, una prestazione decente di Chivu per proporgli il rinnovo o qualche partita al di sopra della sufficienza dei vari Cambiasso, Stankovic e Lucio per bloccare la partenza di un rinnovamento che rimane inevitabile.

Stramaccioni merita rispetto. In una stagione che, a prescindere dall’esito finale, rimane fallimentare e costellata di scelte sbagliate, l’Inter non può permettersi il lusso di trasformare l’unica scelta giusta nell’ennesimo errore.

Stramaccioni non finirà con nove vittorie consecutive, ma qualcuno dovrebbe cominciare a pensare seriamente alla possibilità di concedere la riconferma all’unico che in due anni abbia dimostrato di meritarla. Se anche i ricchi si inginocchiano e piangono lasciateci sorridere per un po’ con gli umili.

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