Ranieri a scuola dal suo ex nemico

Pur essendo diversi quasi in tutto, dallo stile al modo di approcciarsi e di allenare, Ranieri e Morinho hanno qualcosa in comune: hanno dovuto entrambi fare i conti con Gianluca Rocchi. Infatti un anno e mezzo fa lo stesso arbitro di Inter-Napoli stava provando a rovinare il derby ai nerazzurri con due espulsioni e un rigore dato ai rossoneri a un minuto dalla fine, in una partita fin lì dominata. I tifosi hanno ancora i brividi ripensando al momento in cui Mourinho si girò verso il pubblico incitandolo con le mani, perché la squadra aveva bisogno di tutto il suo calore. Resta uno dei momenti indelebili che hanno reso speciale il rapporto tra il portoghese e i suppoters interisti.

Lo special one era un maestro nel costruirsi dei nemici. Ne aveva individuati due esterni e uno interno. Quest’ultimo come potete ben immaginare era Mario Balotelli, che in quella stagione ne fece di tutti i colori, da indossare la maglia del Milan a gettare a terra quella dell’inter in una semifinale di Champions vinta 3-1 contro la squadra più forte al mondo. I due nemici esterni invece erano gli arbitri e a turno un avversario, dallo stesso Ranieri, a Lo Monaco, passando per Beretta. Mou toccò l’apice della sua “politica del nemico” nella sfida interna contro la Sampdoria quando fece il celebre gesto delle manette seguito dalla “panolada” dei tifosi. Probabilmente quella mossa era studiata a tavolino da un pò di tempo e stava aspettando solo il momento opportuno. Quale occasione migliore di una partita a pochi giorni dall’importantissima sfida contro il Chelsea in Champions? Il suo obiettivo era quello di compattare la squadra, di rafforzarne l’identità, di cementare il rapporto con i suoi tifosi. Una tecnica geniale di un allenatore geniale.

A Ranieri è andata decisamente peggio, questa volta Rocchi ha deciso di impegnarsi sin dal primo tempo, in modo da strozzare sul nascere ogni velleità dell’Inter. Il tecnico romano però ha clamorosamente deciso di non soprassedere sugli errori arbitrali come ha fatto quasi sempre nella sua carriera. Ha voluto sfogare anche ai microfoni la sua rabbia. Che abbia capito i vantaggi della tecnica mourinhiana? Sentiremo anche il tecnico romano parlare del “rumore dei nemici”? Speriamo proprio di si, abbiamo solo da guadagnarne.

 

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