GdS – Karamoh, San Siro acclama il nuovo beniamino

Yann Karamoh è passato ieri dall’esser oggetto misterioso a nuovo beniamino di San Siro. E’ bastata un’accelerazione, uno scatto per lasciar sul posto l’avversario, un paio di ammonizioni causate e un’uscita tra gli applausi in appena venti minuti di gioco.

Karamoh, esordio tra gli applausi

L’aveva dichiarato Massimo Moratti in tempi recenti: “In questa Inter non c’è un giocatore che può accendere la fantasia del tifoso. E’ una squadra ordinata, ognuno fa il suo… Io apprezzavo Recoba perché svegliava i miei sogni”. Lo scorso anno il premio “Applausi di San Siro” era andato a Gabigol e tutti sappiamo come poi sia proseguita l’avventura del brasiliano, ora invece tocca a Yann Karamoh.

Il francesino ha fatto il suo debutto a San Siro, accelerazioni e ammonizioni ed espulsioni causate hanno fatto il resto. La Gazzetta dello Sport esalta la prova dell’ex gioiellino del Caen.

Spalletti l’ha inserito per poter saltare l’uomo, caratteristica che nell’Inter manca parecchio, in una squadra che vive di cross (sbagliati) e che vede Icardi sparire contro difese arcigne. Karamoh invece è entrato con la sfrontatezza dei suoi vent’anni, ha regalato brio e procurato l’angolo che ha perso a D’Ambrosio di regolare il Genoa.

Il popolo interista ha bisogno di chi può accendere la fantasia. Baggio, Djorkaeff, Recoba, Ronaldo e Ibra son stati attori protagonisti nella Scala del Calcio, il palcoscenico che da diverso tempo non ha una prima voce in grado di esaltare i 160 mila tifosi che in tre gare interne ha affollato le tribune nerazzurre.

Ora spetta a Karamoh godersi i suoi 20 anni da interista, tra una finta e l’altra magari Spalletti ha trovato il suo genio, col tecnico di Certaldo che ha dichiarato: “Karamoh ha uno scatto bruciante, ha quella caratteristica lì. E’ promettente, lo abbiamo preso per questo. Non so se sia giusto caricarlo di responsabilità, ma in queste partite si può usare. Deve ancora integrarsi, il primo passo lo ha comunque fatto: ha mostrato le sue qualità, prende consapevolezza e la squadra si fida di più. Sì, la prova è andata bene“.

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