Il mistero di Nagatomo: tanti errori gli valgono il rinnovo

Ieri pomeriggio, poche ore prima del match con la Juventus, L’Inter ha formalizzato il rinnovo a Yuto Nagatomo. Un accordo di cui si parlava da tempo e che sta per arrivare  5 mesi prima della scadenza del contratto del giapponese. Dopo l’intesa per il rinnovo, Nagatomo scende anche in campo allo Juventus Stadium, per un’altra prestazione vicina all’imbarazzante. Forse se avessero aspettato la partita, avrebbe avuto un anno in più di contratto, o magari un ritocco dello stipendio verso l’alto.

Al di là delle battute, c’è seriamente da chiedersi cosa rende Nagatomo un giocatore meritevole del rinnovo del contratto. La prima ipotesi, è quella più semplicistica ed economica: l’Inter non vuole perdere un giocatore a zero, a scadenza di contratto. Il rinnovo allunga la sua permanenza in nerazzurro e rende possibile un’eventuale cessione, che dopo 5 anni, porterebbe ad una plusvalenza. Nagatomo è stato pagato 6 milioni e cederlo già alla stessa cifra, con gli ammortamenti del caso, sarebbe un risultato positivo per il bilancio dell’Inter.

La seconda ipotesi è quella del merchandaising. Un giocatore giapponese, in una città come Milano, ha un effetto positivo sul mercato asiatico. Basta vedere le delegazioni di giapponesi presenti in tribuna ogni partita dell’Inter. Nagatomo inoltre può funzionare come testimonial nelle campagne dell’Inter nei paesi asiatici, mercato su cui Thohir batte molto per la ripresa economica della sua Inter.

La terza ipotesi, la meno probabile: il fattore tecnico. Buon terzino, utile alla fase offensiva, attento e ordinato quando c’è da difendere. Capace di buoni cross, quasi bandiera del suo club, dove milita da 5 anni. Ecco, Nagatomo non è nulla di tutto ciò. Quindi questa ipotesi è da scartare immediatamente. Ora c’è solo da capire quale delle prime due è quella vera o se ce n’è un’altra ancora ignota, che giustifichi queste azioni della società nerazzurra. Così almeno da stare tranquilli quando scende in campo, senza uscire di testa per cogliere i motivi che lo portano nell’11 titolare.

 

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